Anche i Piemontesi hanno il diritto di decidere il proprio avvenire

L’Associazione “Gioventura Piemontèisa” intende richiedere il riconoscimento del popolo piemontese presso le istituzioni internazionali

Fonte: Gioventura Piemontèisa

 

Il Movimento Gioventura Piemontèisa, da tempo impegnato per la difesa e la promozione dell’identità piemontese, sulla base della propria più che ventennale esperienza sul campo prende atto dell’evidenza che il Piemonte non può avere alcun futuro in Italia. Nel 2010 la corte costituzionale italiana è arrivata addirittura a emettere una sentenza contro la lingua dei Piemontesi, proibendone l’uso e costringendo la Regione Piemonte a ritirarne il riconoscimento ufficiale e il sostegno. Questa è la “libertà” concessa ai Piemontesi.

Non è il caso di ricordare (poiché ben noti) gli innumerevoli esempi di sottrazione di risorse umane, materiali e spirituali perpetrate dalla Repubblica a danno del Piemonte. Nell’ambito di un Paese completamente corrotto e irriformabile il Piemonte si trova relegato sempre più nel ruolo di colonia.


Il Piemonte oggi non ha più alcuna voce in capitolo e le sue grandissime potenzialità sono sistematicamente castrate; il suo territorio è in preda al degrado, intere aree si spopolano, aumentano la delinquenza e le infiltrazioni mafiose, le aziende chiudono. I giovani piemontesi hanno ripreso a emigrare e molti pensionati li imitano alla ricerca di una vita dignitosa. Stiamo vivendo una catastrofe.

 

Il popolo piemontese, imprigionato nell’asfittica e autoreferenziale realtà italiana, con sempre più prossime prospettive di tipo greco, è inevitabilmente destinato alla totale assimilazione e a una successiva scomparsa per sostituzione. L’alternativa è quella di tornare ad essere, noi, i padroni del nostro destino.


Il principio di autodeterminazione dei popoli, secondo il quale ogni popolo deve disporre della sovrana libertà di scelta per determinare la forma del proprio regime politico, è enunciato tra i fini delle Nazioni Unite ed è formalmente riconosciuto come diritto umano fondamentale dalle convenzioni giuridiche internazionali; è pertanto un principio supremo e irrinunciabile del diritto internazionale che non può essere derogato e che prevale sulla legislazione dei singoli Stati (ad esempio la costituzione italiana).

Indipendentemente dal risultato, il popolo scozzese ha potuto decidere liberamente del proprio futuro attraverso il referendum sull’indipendenza.


Non sussiste alcuna ragione per la quale anche i Piemontesi non possano recarsi alle urne per scegliere liberamente se rimanere in Italia oppure ricostituirsi in Stato indipendente (come furono per otto secoli).


Forti della realtà incontrovertibile che, sotto ogni aspetto (storico, culturale, linguistico, civico, ecc.), il Piemonte non è Italia, si compie oggi il primo passo del percorso che dovrà condurre all’indizione del referendum in cui tutti i cittadini del Piemonte potranno democraticamente scegliere se continuare a fare parte della Repubblica italiana e condividerne il declino.


Sta per essere avviato l’iter per la richiesta di riconoscimento del popolo piemontese presso le istituzioni internazionali.

 

È nostra intenzione agire sempre più in stretta collaborazione con i nostri connazionali di Nizza e Savoia, con i quali c’è un idem sentire e una sperimentata condivisione ideale. Con essi la comune rivendicazione di libertà è destinata a convergere sull’obiettivo di ricostituire gli Stati di Savoia, nazione sommersa da un secolo e mezzo: un Paese di sette milioni di abitanti, più grande della Danimarca, della Svizzera e del Belgio, che oggi sarebbe uno degli Stati più prosperi d’Europa e del mondo intero.

 

Auspichiamo per l’avvenire di lavorare in armonia e collaborazione con tutte quelle realtà che oggi operano in Piemonte, nel rispetto delle diverse strategie, per i medesimi obiettivi.


Contatti: giovpiem@yahoo.it

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Articolo pubblicato il 20/09/2014