Il Piemonte giacobino alla Libreria Borgopò

La presentazione di due libri, scritti da Filippo e Francesco Ambrosini, è stata una dotta ma piacevole lezione sui giacobini italiani

A Torino, mercoledì 17 settembre si è tenuta presso la Libreria Borgopò, la presentazione dei due libri “L’albero della libertà” (Il Capricorno) e “L’Ussaro e Margherita, Romanzo Giacobino” (Neos) di Filippo e Francesco Ambrosini.

 

“L’albero della libertà” è un libro di Filippo Ambrosini che lo indica con fierezza come l’unico saggio pubblicato in Italia che tratti in modo completo e sincronico il susseguirsi degli eventi, a volte esaltanti e a volte tragici.

Filippo Ambrosini si dimostra profondo conoscitore di questo periodo e la sua presentazione è stata una dotta ma piacevole lezione sui giacobini italiani, nelle cui idee vede una anticipazione delle moderne idee repubblicane e democratiche e un momento chiave della storia del nostro Paese nella caduta alla fine del Settecento degli antichi regimi assoluti, sotto la spinta di cospirazioni e rivoluzioni.

 

Uomini e donne “nuovi” avevano rotto le catene dell’assolutismo e dei privilegi di casta e combattuto per gli ideali di nazione e di patria. Altri uomini “nuovi”, i giacobini francesi arrivati al seguito dell’Armata d’Italia comandata da Napoleone Bonaparte e molti dei suoi generali, contribuirono a fare nascere il breve esperimento delle “Repubbliche giacobine” nella penisola, schiacciato dopo tre anni dalle armi austriache che permisero la successiva sanguinosa repressione da parte dei sovrani restaurati.

 

Anche la città di Torino risentì in modo positivo di questo clima di innovazione, con l’abbattimento delle mura, con la costruzione del ponte in pietra di piazza Vittorio, con una serie di inderogabili riforme nel campo della giustizia, della sanità pubblica, dell’urbanistica…

 

È una visione storica personalmente non sempre del tutto condivisibile, a volte datata, come quando si parla di “briganti” e non di “insorgenti”, ma portata avanti con convinzione con passione.

 

Il romanzo “L’ussaro e Margherita” scritto a quattro mani da Filippo Ambrosini con il figlio Francesco costituisce una corollario di questa visione storica: i personaggi reali, rigorosamente descritti, si mescolano con quelli di fantasia, evocati dagli autori, sempre nel rispetto della realtà dei tempi. I protagonisti, maschi e femmine, rappresentano così la parte migliore della società del tempo, sempre secondo l’idea “giacobina” prima esposta.


Un precedente illustre è rappresentato dal romanzo “La bufera” di Edoardo Calandra (1898), che però rispecchia il turbinoso momento del Piemonte in un microcosmo provinciale, mentre ne “L’ussaro e Margherita” gli Autori hanno fatto le cose in grande, pensando – più o meno consciamente – a “Guerra e Pace” e ci presentano così una serie di vicende appassionanti del Piemonte napoleonico, fino al rocambolesco epilogo ambientato nei sotterranei di Torino.

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Articolo pubblicato il 20/09/2014