Le “Case dei Telamoni” e la “Casa delle Cariatidi”

Quarta puntata delle divagazioni sulle decorazioni delle case del Borgo San Salvario

Riprendiamo la nostra ricognizione nel Borgo San Salvario, alla ricerca di edifici in stile Liberty. Tre costruzioni meritano il nostro interesse ma, per una più accurata descrizione, dobbiamo rassegnarci ad una premessa che chiarisca la terminologia che gli architetti usano per definire gli elementi decorativi e strutturali degli edifici.

 

La “cariatide” (o “canèfora”) è una scultura che rappresenta una donna e che viene impiegata come elemento portante, di una trave, di un balcone… Quando la stessa funzione viene svolta da una figura maschile, questa è definita come “telamone” (o “atlante”).

 

Ciò premesso, iniziamo a parlare di case Liberty che si caratterizzano per i loro caratteristici telamoni e cariatidi. Per cavalleria, iniziamo con la casa di via Campana n. 25, che potremmo definire la “Casa delle Donne Liberty”.

Sopra il portone di questa casa, due cariatidi reggono il balcone: sono due sorridenti e formose giovane donne in topless; guardandole di profilo, si nota che sulle spalle hanno un cuscino.

 

Oltre alle giunoniche cariatidi, di più immediata impatto visivo, questa casa presenta decori floreali Liberty, un po’ pesanti, e varie altre teste di donna. Sulla facciata, sopra porte e finestre del primo piano, si vedono decorazioni con un volto femminile al centro: sono in tutto nove donne.

Inoltre, al lato sinistro e destro della casa, notiamo due elaborate lesene.

 

La “lesena”, avevamo dimenticato di dirlo, è un elemento architettonico con funzione non portante ma decorativa per gli esterni: ha l’aspetto di una sottile colonna, un po’ sporgente dalla parete, con capitello e base.

Nella casa di via Campana n. 25, notiamo che le due coppie di elaborate lesene raggiungono il terzo piano sotto il cornicione del tetto, e terminano con un capitello ornato da una testa di donna, un po’ risentita, che regge una mensola. Gli architetti le chiamano “protome” e in questo casa sono quattro.

 

Nel complesso, questa casa, oltre alle giunoniche cariatidi, presenta un elevato numero di volti femminili: è strano che non sia nata qualche leggenda metropolitana su questa popolazione femminile ornamentale!

 

Nella stessa via Campana, al n. 17, all’angolo con via Principe Tommaso, un’altra casa in stile Liberty ha il portone sovrastato da forzuti telamoni con barbetta caprina e sguardo furbetto, che reggono con le mani spallacci formati da due robuste funi unite.

Sulla facciata della casa al primo piano, al di sopra di porte e finestre, si osservano mascheroni grotteschi che ricordano un po’ il mostro della laguna.

 

Da questa, che possiamo definire come “Casa dei Telamoni barbuti”, passiamo alla “Casa dei Telamoni dormienti”, in via Valperga Caluso n. 21, all’angolo con via Madama Cristina, dove il portone d’ingresso presenta ai lati due uomini barbuti con gli occhi chiusi.

 

La facciata ha un aspetto piuttosto classico, sia nelle finestre, nelle ringhiere dei balconi, nelle decorazioni e presenta come elemento decorativo più caratteristico due lesene decorate con volti di donna con orecchini rotondi molto vistosi. Da notare anche il batacchio del portone, a testa di leone.


Per concludere, ipotizziamo una storia surreale: questi telamoni e cariatidi prendono vita, come Victor, Hugo e Laverne, i gargoyle del film “Il gobbo di Notre Dame” (1996). In questo caso i telamoni dormienti sono i mariti delle giunoniche e procaci cariatidi di via Campana ma questo sono casalinghe, scusate, cariatidi inquiete e il loro menage viene turbato dai telamoni, giovani e furbetti, della stessa via… come andrà a finire? Le ipotesi sono moltiplicate dall’inquietante gemellarità dei protagonisti della storia…

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Articolo pubblicato il 03/09/2014