La “Casa dei Glicini” e la “Casa con protome muliebre”

Terza puntata delle divagazioni sulle decorazioni delle case del Borgo San Salvario

I “testi sacri” che studiano e descrivono gli edifici Liberty di Torino insistono, a ragione, sull’elevato numero di costruzioni di questo stile presenti nel Borgo San Donato e nel contiguo quartiere Cit Turin, dove si trovano esempi molto noti, in primo luogo la casa Fenoglio-La Fleur, in via Principi d’Acaja angolo corso Francia.

 

Anche nel Borgo San Salvario sono numerosi gli edifici Liberty, alcuni sono stati progettati dai maestri di questo stile (Pietro Fenoglio, Giovanni Gribodo, Alfredo Premoli, Daniele Donghi…) e ne abbiamo già parlato in precedenza. Continua così la nostra ricognizione alla ricerca di un Liberty meno blasonato ma sempre curioso e degno di nota.

 

La “Casa dei Glicini” si trova in via Belfiore n. 10. È un edificio di fine Ottocento, nato come casa “da reddito” cioè costruita da un unico proprietario per dare in affitto gli appartamenti.  

È in stile Liberty con una soluzione molto particolare: vediamo infatti che il primo e il secondo piano sono molto semplici e lineari e privi di strutture decorative in litocemento o in ferro di aspetto floreale. Soltanto tra il secondo e il terzo piano la facciata è decorata da un’alta fascia di eleganti decorazioni floreali dipinte che raffigurano lunghi rami di glicine azzurro e foglie a separare le file verticali di balconi e finestre lungo questi ultimi due piani.

 

Il progettista probabilmente ha operato in questo modo in apparenza “minimalista” evitando decorazioni in litocemento e i ferro per una precisa richiesta del committente che, forse, aveva a disposizione un budget limitato. Forse il motivo era diverso, ma il risultato è lì in vista e può essere facilmente confrontato con altre ben più elaborate realizzazioni dei maestri del Liberty presenti nel Borgo.

 

Forse già al tempo della costruzione qualcuno aveva criticato questo progetto giudicandolo modesto, dimesso, addirittura sparagnino. Oggi appare veramente lungimirante, visto che il vandalismo delle bombolette spray ha coperto di scritte idiote il piano terreno!

 

Poco lontano, sempre in via Belfiore, al numero 3 all’angolo con via Silvio Pellico, troviamo un’altra casa indicata come degna di nota, in particolare per gli ornamenti che si osservano sotto il cornicione e che la fanno indicare col nome di “Casa con protome muliebre”.

 

Questa casa Liberty di via Belfiore n. 3, annerita e male in arnese, richiama alla mente la descrizione del Borgo San Salvario fatta da Edmondo De Amicis nel 1880: «Il borgo San Salvario è una specie di piccola city di Torino, dalle grandi case annerite, velato dai grandi nuvoli di fumo della grande stazione della strada ferrata, che lo riempie tutto del suo respiro affannoso, del frastuono metallico della sua vita rude, affrettata e senza riposo; una piccola città a parte, giovane di trent’anni, operosa, formicolante di operai lordi di polvere di carbone e di impiegati accigliati, che attraversano le strade a passi frettolosi, fra lo scalpitio dei cavalli colossali e lo strepito dei carri carichi di merci che fan tintinnare i vetri, barcollando fra gli omnibus, i tramvai e le carrette, sul ciottolato sonoro» (Edmondo De Amicis, La città, in Torino, Torino, 1880).

 

Ecco, la casa di via Belfiore ricorda proprio le «case annerite», evocate dalle pagina deamicisiana, e guardando le sue fasce orizzontali alternate - grigio sporco a bugnato e grigio sporco liscio -, i balconi in cemento ammuffiti e quelli in ferro rugginosi, ci si aspetta quasi di veder entrare e uscire gli «operai lordi di polvere di carbone» del 1880.

 

Scherzi a parte, la casa pur così bisognosa di manutenzione mantiene ancora una sua eleganza discreta e riservata, come quella di persone dimesse ma che ancora rivelano la loro precedente buona condizione sociale.

 

Principale elemento di interesse della casa sono le quattro mensole a forma di testa di donna che si osservano sotto il cornicione. Gli architetti le chiamano “protome”, termine che indica gli elementi che ornano mensole, cornici, frontoni e che possono essere dipinti, intagliati o scolpiti e rappresentano la testa - talora con parte del busto - di uomo, di donna, di animale o di una creatura immaginaria.

 

Sul cornicione di questa abitazione osserviamo quattro protome muliebri: la testa di una giovane donna che la sua capigliatura sciolta sostiene un capitello da cui pende una ghirlanda di fiori. Pur molto fuligginose, sono ancora di aspetto gradevole, con il bel volto riservato della giovane donna (le donne Liberty sono le più belle del mondo!) per nulla infastidita dal peso che i suoi lunghi capelli, adattati a finalità architettoniche, devono sostenere e con la sobria scollatura quadrata delimitata da una ghirlanda di fiori stilizzati.  


Concludiamo con l’augurio che un adeguato intervento di restauro riporti questa casa alla primitiva bellezza!

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Articolo pubblicato il 28/08/2014