L’isolato neogotico, il palazzo Art Déco, le case Liberty …

Ulteriori divagazioni sulle decorazioni delle case del Borgo San Salvario

Continua la nostra ricognizione tra gli edifici di qualche interesse architettonico del Borgo San Salvario. In via Nizza n. 43 troviamo l’edificio neogotico che comprende l’intero isolato racchiuso delle vie Campana, Saluzzo e Morgari, , progettato e realizzato con foggia neomedievale secondo la moda per il revival romanico e gotico, espresso anche dalla vicina Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. L’edificio risale al 1909, su progetto di Fulvio Rocchigiani, firmato da Pietro Fenoglio per motivi burocratici.

 

Dallo stile neomedievale passiamo ad uno stile più moderno con il palazzo Art Déco di via Madama Cristina n. 44. Costruito tra il 1930 e il 1934, su progetto dell’ingegner Strada, l’elegante palazzo presenta strisce verticali alternate di colore giallo e marrone, frastagliature a livello del tetto e balconi di forma triangolare.

 

Nel Borgo San Salvario non mancano le case in stile Liberty o floreale: sono numerose e alcune, molto interessanti, hanno destato l’interesse di un qualificato studioso, Andrea Speziali: dal suo sito ricaviamo interessanti indicazioni sulle principali case Liberty del Borgo San Salvario.

 

La Casa Blengini, in via Silvio Pellico n. 24, all’angolo con via Ormea, di fronte all’ex Ospedale Valdese. È di colore bianco-grigio con ricche inferriate alle finestre del piano terreno. La prima cosa che si nota è il portale con la pensilina in ferro battuto con decori floreali; sollevando lo sguardo si può ammirare il cornicione a guscio rovescio dipinto con una fascia decorativa con foglie di ippocastano.

 

In via Lombroso n. 8 si trova la casa, costruita nel 1902 e restaurata di recente, con la facciata ornata da ricche decorazioni floreali bianco avorio su fondo rosso pompeiano.

 

La Casa “gialla”, di Pietro Fenoglio, è in via Belfiore n. 67. Appare ben tenuta, colorata di giallo vivo con ornamenti floreali e astratti di colore bianco, particolarmente evidenti sotto il cornicione del tetto.

 

La Casa “rossa”, di Giovanni Gribodo, si trova in via Belfiore n. 66. Il colore rosso è quello dei mattoni a vista, che avrebbero bisogno di manutenzione! L’incipiente degrado non nasconde però gli elaborati balconi in cemento e in ferro, le  strutture metalliche floreali per sostenere le tende in corrispondenza delle porte dei negozi, le decorazioni geometrico-floreali delle finestre, le corte lesene con finti anelli, un tempo poste sotto il cornicione, ai lati della facciata della casa che è stata sopraelevata, con esiti non troppo felici.

Le due costruzioni dei due maestri del Liberty sono poste quasi di fronte, nel tratto di via Belfiore compreso fra le vie Michelangelo e Donizetti.

 

La Casa di via Argentero n. 4 è quasi nascosta nella via adiacente a piazza Nizza. È opera di Pietro Fenoglio (1907), ispirata a certe case spagnole, sulla facciata si osservano maioliche colorate ma l’elemento più rilevante è il portone in ferro con due alberi di melograno, recentemente sottoposto a un discutibile restauro.

 

La Palazzina Menzio, in via Donizetti n. 22, oggi ospita un albergo. Progettata da Alfredo Premoli (1906) è stata sopraelevata nel 1913 e mostra decorazioni floreali squadrate in litocemento.

 

Casa Marangoni, in via Nizza n. 86 angolo via Tiziano n. 17, è stata realizzata dall’ingegner Daniele Donghi ai primi del ‘900 e integrata da Lorenzo Parocchia, nel 1904. È una delle prime costruzioni con la tecnica del cemento armato metodo Hennebique. È notevole la snella struttura dei balconi e del bovindo ma la casa necessita di manutenzione: il cemento a vista con lo smog si è affumicato, i decori della facciata si sono scuriti e si colgono meglio nelle fotografie, i volti di donna che sovrastano i negozi hanno assunto un’aria sconsolata.

 

A queste blasonate costruzioni possiamo aggiungere la casa in stile Liberty in via Valperga Caluso n. 9. Nel sito “Torino insolita” ho trovato questo giudizio che mi è parso appropriato: “Questa casa anonimaesemplifica un certo Liberty torinese, di facciata, economico, popolare, anche discutibile nei colori pastello, ma comunque dignitoso, si vedano i pendagli bianchi”.

 

Esistono altre case di questo stile, alcune si caratterizzano per i caratteristici telamoni e cariatidi, ma di queste parleremo un’altra volta.


Concludo queste divagazioni ricordando un edificio del Borgo San Salvario che è ormai scomparso e del quale ho appreso l’esistenza grazie al blog “Torino sparita”, dove l’iscritto “Censin”, il 29-12-2012 e il 3-8-2014, ha inserito due foto di Villa Arnò, posta all’angolo delle vie Silvio Pellico e Sant’Anselmo, demolita nella prima metà degli anni Sessanta, per lasciare il posto a un condominio. Quello di “Censin” pare essere l’unico, malinconico, ricordo di questa elegante villa.

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Articolo pubblicato il 25/08/2014