Front National: obiettivo 51%

In Francia il partito di Marine Le Pen, dopo il successo alle europee, prepara un programma aggressivo, pensando alle elezioni presidenziali

In Francia, dopo le note vicende personali e l’azione di governo deludente caratterizzata principalmente dal non aver saputo affrontare con adeguate misure, la situazione economica ed occupazionale del Paese, il presidente Holland ha formalmente annunciato di non ripresentare la candidatura per le prossime elezioni presidenziali.

I partiti di centro e centro destra, per il momento tacciono. Non sono noti i programmi, le alleanze e tanto meno presentano candidature.

L’unico partito in fermento è il Font National. Marine Le Pen, oltre al successo ottenuto alle Elezioni europee, ove ha conquistato il 25,1% dei voti, segnando un’ascesa costante e progressiva del movimento di cui è divenuta leader dal 2011, a partire da settembre, nel corso di ogni mese, approfondirà quattro tematiche,strettamente legate alla vita dei cittadini, con la creazione di apposite strutture dedicate.

La prima riguarderà i giovani in età lavorativa e attivi, i quadri dell’industria e i creatori di attività e imprenditorialità e sarà presentata a Fréjus in un convegno di Universitari simpatizzanti del FNJ il 4 e 5 settembre.

In novembre il Front lancerà un collettivo di approfondimento su argomenti che possono interessare la popolazione rivierasca. Sono infatti 11 milioni di km. quadrati le coste francesi. Si focalizzeranno le problematiche insite nella valorizzazione politica, economica, gli aspetti militari e diplomatici dei territori che si affacciano sul mare, quale risorsa di ricchezza per il Paese.

In dicembre si svolgerà il terzo approfondimento dedicato all’ecologia ed all’approvvigionamento energetico. I lavori saranno coordinati da Philippe Muriel che con l’economista Jacques Sapir ha sottoscritto, a fianco di altri economisti franco-tedeschi, l’appello per uscire dall’euro. Occuperanno un ruolo centrale anche le argomentazioni di politica economica insite a tale gruppo.

All’inizio del 2015, il Front National, approfondirà, a tutto campo, le politiche sociali. Progetti di riforme dall’avviamento al lavoro a tematiche di prossimità. Non si tratterà solo di una critica all’azione di governo, ma si tenderà al lancio di proposte operative ed innovative atte a raggiungere differenti categorie sociali e problematiche tuttora aperte ed al centro del dibattito politico.

I documenti preparatori ed in parte già diffusi (circa cinquanta), abbracciano moltissimi aspetti della politica e della vita dei francesi: dall’Unione europea, alla politica governativa, alla tematiche internazionali, al mondo agricolo, alla riforma del codice e della giustizia penale, alla sicurezza dei cittadini, agli aspetti sociali emergenti, alle piccole – medie industrie, all’immigrazione, alla difesa nazionale all’istruzione ed allo sport.

Il 29 e 30 novembre, si svolgerà a Lione il XV congresso del Font National. In tale sede, Marine Le Pen intende presentare il suo movimento come una compatta forza di opposizione, con un  programma propositivo e ampiamente difendibile. Nel 2017, si terranno le elezioni presidenziali. In Francia non sono previste mediazioni parlamentari con tutti i compromessi e gli intrighi noti in Italia.

Sono i cittadini che in due turni scelgono il loro Presidente che è anche il capo dell’Esecutivo. L’obiettivo di Marine le Pen, assimilabile con lo slogan: Objectif 51% pour le second tour de la présidentielle, mira appunto ad  allargare la base elettorale, affrontando i temi condivisi e condivisibili da un elettorato ormai deideologizzato che respinge le vacuità, l’antisocialità ed il fallimento delle politiche della sinistra, per sentirsi protagonista e contare , con il proprio voto, in Francia come in Europa.

Marine Le  Pen, con le sue prese di posizioni innovative, rispetto alle tesi ed alle polemiche condotte dal padre Jean Marie, ha saputo far uscire dall’isolamento la destra francese, confinata, sino alle soglie del 2000, sui temi della democrazia e di una lettura scomoda della storia europea degli ultimi 70 anni.

Marine, come il successo ottenuto al Parlamento europeo sta a dimostrare, ha saputo portare nel palazzo le necessità e le richieste alla portata del cittadino, rimarcando ancor più la visione burocratica  dell’apparato del partiti tradizionali e dimostrando come la sinistra, anche in momenti difficili, sia chiusa in un ghetto  di tesi precostituite, di avversione per la libera iniziativa e per la mancanza di decisioni adeguate per affrontare un contesto europeo e globalizzato.

I principali Paesi europei, da anni hanno vissuto situazioni congiunturali sfavorevoli ed oggi sono accomunati dalla recessione. Le scelte della Commissione europea, per ammissione degli stessi economisti, non sempre hanno assunto provvedimenti adeguati, coinvolgendo in spirali negative i paesi membri. Oggi le singole realtà vivono in modo drammatico il problema della disoccupazione giovanile, l’aumento vertiginoso delle speda pubblica, la tassazione da parte dello Stato e degli enti territoriali che ha assunto dimensioni insostenibili.

Mancano i presupposti per una svolta e, tra Europa e singoli paesi, ci si attorciglia su diktat, minacce e mancanza di politiche innovative per cercare almeno di far mutare il quadro recessivo e sanare il deficit dei bilanci degli Stati. Chissà se, come in altre momenti storici, il vento francese potrà stimolare analoghe prese di posizione anche fuori dal proprio territorio?

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Articolo pubblicato il 29/08/2014