Lo sfogo di una nostra lettrice
Riceviamo e pubblichiamo questa accorata lettera con cui una nostra affezionata lettrice si rivolge al Governo per rivendicare i diritti dei cittadini italiani.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Al Presidente Matteo Renzi,
Concordo con Lei che i giovani devono avere il coraggio di rimanere in Italia. Sono certa che anche Lei ritenga che Il bene più prezioso dell’individuo è la SALUTE.
Purtroppo però, in questo campo, in Italia non ci sono cittadini di serie A e di serie B, ma addirittura esistono venti serie di cittadini, quante sono le Regioni in cui è stata spezzettata la nostra bella Patria.
Se esiste il Servizio Sanitario Nazionale, perché cavolo la salute è affidata alle Regioni?
Signor Presidente concorderà che, dopo la salute, viene il LAVORO. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro che è la più grande forma di mantenimento sociale e di dignità umana. Molti sono gli articoli della Costituzione che ribadiscono questo diritto/dovere dei cittadini.
Purtroppo però il lavoro è “assassinato” da tasse e contributi previdenziali troppo alti.
Che Repubblica è mai questa che uccide il più importante dei suoi principi fondamentali?
Tra gli articoli della Costituzione che tutelano il lavoro, ricordo l’ultimo comma dell’art. 35 con il quale la Repubblica riconosce ai lavoratori
“la libertà di emigrazione”.
Non c’è bisogno della zingara per indovinare che i Padri Costituzionalisti intendevano dire che la libertà di emigrazione è riferita ai cittadini italiani e non a cittadini
di altri Paesi al cui salvataggio è totalmente impegnata la nostra MARINA MILITARE.
Signor Presidente io non ce l’ho con i poveri immigrati, ma con chi li sfrutta, prima con i barconi, e poi, li costringe a delinquere o a prostituirsi.
Immigrati a parte, i nostri giovani hanno il diritto di TROVARE IL LAVORO IN ITALIA
giuliana tofani rossi
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 12/08/2014