Pietro Abate Daga

Un giornalista torinese ormai dimenticato evocato dall’insegna di una caffetteria

A Torino, in via del Carmine n. 9, l’insegna della “Caffetteria Abate Daga”, ricorda un redattore del giornale “Gazzetta del Popolo”. Nei pressi della caffetteria, in corso Valdocco n. 2 angolo via Garibaldi n. 42, si trova il palazzo che è stata la sede della “Gazzetta del Popolo” dal 1930 fino al 1983 quando, il 31 dicembre, uscì l’ultimo numero del giornale.

 

Non voglio certo riscrivere la pagina di Wikipedia dedicata alla “Gazzetta del Popolo” e ricordo che alla storia di questo giornale è dedicato ampio spazio nel sito www.linotipia.it/gazzettadelpopolo.htm.

 

Ma vorrei almeno rammentare ai torinesi di oggi, ormai “Busiarda-dipendenti”, che la “Gazzetta del Popolo” non era un giornale qualunque, rappresentava un pezzo fondamentale del Risorgimento italiano: era nato nel 1848, il primo numero del giornale era uscito il 16 giugno di quell’anno straordinario.

 

La “Gazzetta del Popolo” era ancora presente nel 1961, al primo centenario dell’Unità d’Italia. Nel 2011 era ormai finita nel canton dla dësmentia, nel dimenticatoio. Sotto i portici di via Po sventolavano le immagini dei protagonisti del Risorgimento e non sono sicuro che i tre fondatori del giornale fossero presenti: Felice Govean (1819-1898), Alessandro Borella (1815-1868) e Giovanni Battista Bottero (1822-1897) che la diresse fino alla morte.

 

Ma qui voglio ricordare Pietro Abate Daga.

Era nato a Racconigi, il 4 marzo del 1868 e si era laureato in giurisprudenza all’Università di Torino. Entrò nel 1894 come redattore alla “Gazzetta del Popolo”, che dal 1890 aveva spostato la sua sede in via IV Marzo.

Abate Daga lavorò per circa cinquant’anni al giornale dove si occupava dei problemi cittadini torinesi.

 

L’attività più importante di Abate Daga si svolse tra il 1923 e il 1925, quando produsse una serie di documentati articoli dedicati ai vari nuovi quartieri che erano sorti a Torino. Questi articoli furono raccolti nel libro “Alle porte di Torino”, apparso nel 1926. È un testo importante perché ancora oggi documenta un momento importante dello sviluppo di Torino: è spesso citato da docenti del Politecnico di Torino che si occupano di urbanistica e studiano borghi e borgate di Torino.

 

Abate Daga si interessava anche di problemi agricoli: fu fondatore e direttore del settimanale “L’Economia Piemontese”.


Morì a Torino, il 24 luglio 1948.

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Articolo pubblicato il 13/08/2014