La drammatica storia del Capitano Richard Phillips

Recensione di Federico Venchi

TITOLO: Captain Phillips – Attacco in mare aperto

REGIA: Paul Greengrass

ANNO: 2013

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d’America

GENERE: biografico, azione, thriller, drammatico

DURATA: 134 minuti

 

Film uscito nel 2013 diretto dal regista britannico Paul Greengrass ("United 93" - "The Bourne Supremacy" - "The Bourne Ultimatum" alcuni dei suoi film più famosi) che narra la vera storia della nave mercantile Maersk Alabama, che nel 2009 durante il suo viaggio da Salalah (Oman) a Mombasa (Kenya) per portare aiuti umanitari venne attaccata da 4 pirati somali che presero poi in ostaggio il capitano Richard Phillips.

Il capitano Richard Phillips (Tom Hanks) arriva a Salalah ed organizza gli ultimi preparativi prima della partenza per Mombasa: essendo un capitano dalla grande esperienza è consapevole che dovendo compiere un lungo tragitto di fronte alla costa somala, il rischio di attacchi pirati è molto alto ed addestra da subito l'equipaggio. Nel frattempo in un villaggio della Somalia il giovane pirata Muse (Barkhad Abdi), su ordine di uno spietato signore della guerra somalo, organizza una squadra di pirati per assaltare e sequestrare una nave.

La Maersk Alabama viene scelta come obiettivo in quanto isolata dalle altre durante il suo tragitto: il primo tentativo di abbordaggio fallisce grazie alle astute manovre di Phillips ma nel secondo i pirati riescono a salire a bordo. La prima preoccupazione del capitano è quella di mettere in salvo l'equipaggio e riesce a nasconderli nell'enorme sala macchine. Ma Muse è astuto e vuole sequestrare l'equipaggio per ottenere il pieno controllo della nave. Gli uomini di Phillips riescono però a catturarlo e propongono uno scambio con Phillips: il patto prevede anche una somma di 30.000 dollari e i pirati in cambio lasceranno la nave su una scialuppa. Muse però non rispetta i patti e sequestra il capitano.

I pirati vogliono portare Phillips in Somalia e liberarlo in cambio di 10 milioni di dollari; subito la Marina statunitense mobilita uomini e mezzi ed inizia a trattare con i pirati. All'interno del gruppo uno dei pirati è intransigente e vorrebbe eliminare il capitano mentre il capo Muse si dimostra più accondiscendente, consapevole che solo tenendo in vita Phillips possono ottenere il denaro. La trattativa tra pirati e americani è estenuante e drammatica con il capitano sempre più in pericolo di vita e l'intervento dei Navy Seals pone fine al sequestro in un finale al cardiopalma.

Film ottimamente costruito con una tensione crescente e con un tasso adrenalinico sempre molto alto: lo spettatore è totalmente coinvolto nella storia e alla fine avverte addosso una tensione quasi pari a quella del capitano Phillips dopo la liberazione. E non è affatto facile creare questo pathos in una storia in cui lo spettatore sa che ci sarà un lieto fine. Il grande merito di Greengrass è secondo me quello di narrare la storia in modo asciutto, lineare, senza patriottismi esagerati o effetti speciali eccessivi tipici di alcuni film d'azione americani. Si potrebbe obiettare che manca un approfondimento politico dietro alla cause della pirateria moderna ed in effetti è presente un solo dialogo a proposito tra Phillips e Muse sulla scialuppa:

Philipps: " Ci deve essere un altro modo per vivere diverso dal sequestrare navi e persone"
Muse: " Forse in America si, ma non in Somalia"

Ma l'obiettivo del regista era evidentemente quello di realizzare un film ricco d'azione e di tensione emotiva senza eccessivi approfondimenti politici e ha colto nel segno: personalmente lo ritengo uno dei migliori film d'azione recenti. Tom Hanks ci regala ancora una volta un'interpretazione magistrale e questa non è una novità; a stupire in positivo sono gli attori somali che interpretano i pirati, su tutti il capo Muse e l'intero cast è perfettamente a proprio agio nei ruoli ricoperti. Un film da vedere.

Un'ultima nota sui due protagonisti: Richard Philipps nel 2010 è tornato a navigare; Muse sta scontando in Indiana la sua condanna a 33 anni di prigione per pirateria.

 

 

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Articolo pubblicato il 06/08/2014