Medeo ‘l fòl. Storia e leggenda del “Profeta” delle Valli di Lanzo

Presentazione del libro di Milo Julini, Donatella Cane e Claudio Santacroce a Viù (Torino)

La Pro Loco di Viù (Torino), in collaborazione con il Comune, ha organizzato per quest’anno una nuova iniziativa intitolata “Rassegna Caffè Letterari”.

Il primo incontro si svolgerà venerdì 8 agosto, alle ore 18:00, presso il Bar Rocciamelone, in piazza XXIV Maggio n. 6, a Viù.

 

Sarà presentato il libro “Medeo ‘l fòl. Storia e leggenda del “Profeta” delle Valli di Lanzo”, di Milo Julini, Donatella Cane e Claudio Santacroce, che ricostruisce la storia di un curioso personaggio delle Valli di Lanzo, noto come Medeo ‘l fòl, che per tutto il 1913 calamitò la morbosa attenzione dei torinesi.

Parteciperanno alla presentazione due esponenti della cultura piemontese: Beppe Novajra, chansonnier, e Sergio Donna, poeta e scrittore, che al personaggio evocato dal libro hanno dedicato rispettivamente una canzone e una poesia.

 

Nel 1913, le “imprese” di Medeo, presunto guaritore originario di Traves, che si autodefiniva “Profeta”, erano ampiamente divulgate da Cini Rosano, carismatico cronista giudiziario del quotidiano torinese “La Stampa”, in lunghi e brillanti articoli dove i dettagli scabrosi erano espressi con erudite perifrasi e con citazioni di novellieri toscani.

 

Già, perché si trattava di una vicenda boccaccesca, avvenuta a Usseglio, nella Valle di Viù, dove una coppia di agiati contadini, per ottenere il figlio tanto desiderato, si era rivolta a Medeo: così, dopo un anno di rituali magici, si era ritrovata ancora senza figlio e senza una grossa cifra che superava le 500 lire. Inoltre, a quanto si vociferava nelle Valli, il marito aveva addirittura autorizzato il “Profeta” a sostituirlo nel letto coniugale...

 

I torinesi si chiedevano così se il sedicente “Profeta” Medeo fosse un innocuo vagabondo megalomane o, piuttosto, un furbo truffatore. Che fosse un truffatore lo sostenevano i coniugi di Usseglio, che si dicevano vittime di Medeo e che, di certo, erano vittime della oscena diceria della autorizzata sostituzione del marito nel letto coniugale, ormai radicata nelle Valli di Lanzo.

 

Quando venne processato a Torino, Medeo ebbe il suo momento di gloria: i vigili urbani dovettero intervenire per controllare la folla dei curiosi che, nei dintorni del Palazzo di Giustizia, si accalcavano per vedere il “Profeta”.

 

Il libro, dedicato dai coautori alla memoria di Donatella Cane, recentemente scomparsa: “Questo è l’ultimo libro al quale ha collaborato Donatella. Lo dedichiamo a lei che ora non c’è più”, ricostruisce la vicenda sulla scorta dei documenti processuali e dei giornali d’epoca, fino alla conclusione, decretata non tanto dalla sentenza di condanna condizionale di Medeo quanto dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale.

 

Gli Autori considerano poi la “leggenda” di Medeo, al tempo alimentata a Torino anche da alcune farse teatrali e da canzonette sui fogli volanti, che nelle Valli di Lanzo è stata tramandata fino ai nostri giorni da racconti orali (che spesso ripetono gli articoli di Cini Rosano!), e che a Traves e a Usseglio sono stati documentati nei libri di storia locale.

 

Medeo ‘l fòl. Storia e leggenda del “Profeta” delle Valli di Lanzo

Milo Julini - Donatella Cane - Claudio Santacroce

Editrice Il Punto Piemonte in Bancarella, Torino, 2014

Formato: 11x16,8, Pag. 144, Prezzo € 7,00

Codice ISBN. 9788868040147


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Articolo pubblicato il 02/08/2014