Pelù scatenato al Traffic: contro Wojtyla, la riforma del senato e i mafiosi.

Il leader dei Litfiba ha mandato messaggio chiari dal palco del Traffic Festival.

 

Il Traffic si è concluso e si è concluso nel migliore dei modi. Oltre ad un'ottima affluenza, non ci sono stati incidenti né sono state segnalate problematiche. La tre giorni ha visto una piazza gremita, sia nel caso dei Pet Shop Boy, in Italia piuttosto sconosciuti, che in quello dei Cani e Max Pezzali. Con i Litfiba domenica sera poi si è raggiunto il picco massimo: piazza affollata da almeno diecimila persone, con i ritardatari che hanno assistito al concerto quasi da via Roma.

 

Il gruppo di Piero Pelù è stato come al solito molto energico: pur non suonando alcuni “grandi classici”, ha passato in rassegna parte del repertorio dei tempi andati, unendo a questi nuovi successi. Addirittura ha proposto per la prima volta un pezzo inedito ispirato al conflitto israelo-palestinese.

 

Ed è questo uno dei punti che hanno contribuito a fare luce sull'esibizione che, come sempre nel caso dei Litfiba, vede molti contenuti, anche politici, che accontentano molti e ne scontentano altrettanti. Perchè la richiesta di pace nella Striscia è stato l'unico messaggio perfettamente condiviso, prima degli altri temi che hanno fatto storcere il naso a parte del pubblico.

 

Una prima avvisaglia è stata la frase riguardo la riforma del Senato della Repubblica: un'operazione, a dire di Piero Pelù, che smantella un'istituzione costituzionalmente vitale.

 

Quindi l'uscita destinata a sollevare in assoluto più polemiche. Passando in rassegna gli anni andati, Pelù ricorda come circa trent'anni fa Giovanni Paolo II, in “servizio” come Papa Wojtyla, avesse uso di avvicinarsi a svariati dittatori, ricordando il caso che lo vide affacciato al balcone di Augusto Pinochet, il feroce capo di stato cileno.

 

Nel prosieguo del concerto si alzano i toni, con l'invito di Pelù ad opporsi a quei “fottuti mafiosi che gestiscono il nostro paese”, grido che raccoglie l'approvazione della piazza. Per concludere, un breve accenno alla questione nucleare, con l'attacco a questo e il sostegno alle energie alternative.

 

Insomma un concerto che potrebbe destare polemiche, lo ripetiamo. Tuttavia, a chi volesse lanciarsi in polemica contro il frontman dei Litfiba ricordiamo questo: è compito e licenza di un rocker alzare la voce e protestare. E questi rocker, oltretutto, hanno riempito piazza San Carlo.

 

Bernardo Basilici Menini

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Articolo pubblicato il 28/07/2014