"Il disastro si allarga" solo in Italia

Ci scrive Marino Bertolino

Egregio Direttore,

ormai siamo arrivati a un punto di non ritorno, con i dipendenti anziani che non possono andare in pensione, e i giovani che non trovano un lavoro. Quando a Torino (e nella Provincia) c'erano tante aziende si poteva scegliere dove andare a lavorare, e dopo 35 anni si andava in pensione.  Oggi si rimane nell'azienda  oltre i 40 anni di lavoro, mentre i giovani non riescono a trovare un'occupazione sicura, ma solo lavoro a termine con stipendi minimi.

Se questo è il  "nuovo progresso" forse si stava meglio quando si stava peggio. Se nel conto mettiamo anche la "globalizzazione", con le attività trasferite nei Paesi dove la mano d'opera costa poco, ci accorgiamo che stiamo andando verso l'autodistruzione,  anche se politici e sindacati sono ottimisti, e sperano in qualcosa che non può arrivare, mentre il Governo offre un po' di elemosina per tamponare un danno insanabile e fuori controllo. 

E mentre da noi il "disastro" si allarga, in altri Paesi della UE (vedi Germania) le aziende assumono personale , magari giovani specializzati.

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 04/07/2014