E’ INIZIATA LA X° LEGISALTURA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

L’esordio dei 41 consiglieri di nuova nomina

A Palazzo Lascaris, dopo l’infelice e prematura conclusione della precedente legislatura, si è riunito, per la prima volta il rinnovato Consiglio Regionale.

Volti distesi, da scolaretti attenti, come un tempo usava il primo giorno di scuola, così tutto è filato nel migliore dei modi.

Apertura di seduta, presieduta in modo impeccabile dal consigliere più anziano d’età, il vercellese Giovanni Corgnati, esecuzione e canto pressoché corale dell’Inno Nazionale ed il via agli adempimenti burocratici, dalla proclamazione degli eletti, alla surroga del consigliere Aldo Reschigna eletto nel listino di Chiamparino e nel VCO, per poi passare alla elezione del Presidente del Consiglio Regionale e dell’Ufficio di Presidenza.

Risulta eletto Presidente il “Piemontese d’adozione” Mauro Laus, come lui stesso si definisce, con 36 voti (3 in più dei voti espressi dai consiglieri di maggioranza), mentre risultano 10 schede bianche e 5 nulle. Come da intese tra i gruppi vengono poi eletti i vicepresidenti: Nino Boeti del PD con29 voti e Daniela Ruffino, di FI con 13 voti.

Si completa l’Ufficio di Presidenza con l’elezione a segretari dell’assemblea di Angela Motta del PD con 34 voti, Gabriele Molinari di Scelta Civica con 30 voti e Alessandro Benvenuto della Lega Nord, con 13 voti, mentre manca l’elezione per un voto, la consigliera Stefania Batzella del Movimento 5 Stelle.

Ciò fa gridare allo scandalo il capogruppo Davide Bono il quale, mentre con i suoi consiglieri abbandona l’aula in segno di protesta, minaccia un’opposizione intransigente. A prescindere dalle dichiarazioni di rito del Presidente, interprete delle criticità del momento e del ruolo partecipativo dei cittadini e responsabile dei consiglieri, c’è un aspetto di rilievo che emerge dalla cronaca della giornata. Il Parlamentino regionale è profondamente rinnovato.

Oltre alle scelte operate a monte dei partiti, di non candidare coloro che erano incorsi nell’inchiesta aperta da magistratura e corte dei conti, ancora in corso, sono usciti definitivamente di scena, puniti dagli elettori, quei consiglieri un po’ troppo ecumenici che, mentre da un lato hanno fatto di tutto per osteggiare il costituirsi di uno schieramento compatto di Centro Destra, contestualmente lanciavano aperti segnali di fumo nei confronti dei massimi esponenti di quella che oggi è diventata maggioranza di governo.

L’esordio dei consiglieri è stato positivo, ed ancor più il loro curriculum. I consiglieri di nuova nomina sono 41 su 51 eletti. Per la maggior parte di loro, ad iniziare dall’ex Presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, si tratta di ex sindaci o assessori di importanti comunità che ben conoscono ciò che significa amministrare, non perdersi in chiacchiere inconcludenti e, soprattutto cercare di risolvere i problemi dei cittadini, nonostante le difficoltà poste dalla legislazione e dai provvedimenti del governo di Roma.

Così pure, va dato atto a Chiamparino che ha saputo resistere alle “pressioni amiche” e stoppare l’accesso di interessi precostituiti nei gangli vitali dell’amministrazione ed in particolare nei comparti di Sanità e Trasporti.

Considerata la gravità e l’indifferibilità dei problemi aperti, non sarà necessario superare i 100 giorni per capire quale strada imboccherà il Piemonte, tra ripresa e decadenza.

La seduta si è conclusa con la presentazione degli assessori da parte del presidente Chiamparino, mentre la prossima settimana inizierà la discussione in aula.

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Articolo pubblicato il 01/07/2014