La riforma del lavoro secondo Beppe il Matto: capitolo 2

Gianni Rinco ascolta e medita

 Gli stipendi dei dipendenti siano essi (pubblici o privati) devono avere un TETTO MASSIMO non superabile per alcun motivo, ne sottoforma di premi, ne sottoforma di gratifiche varie, poiché nel caso dei dipendenti (PRIVATI) anche questi costi aziendali aggiuntivi, concorrono a formare il costo del prodotto, rendendo il prodotto stesso  più CARO  MENO COMPETITIVO e aumentando L’INFLAZIONE.

Inoltre non è logico nè tantomeno EQUO che un dirigente PUBBLICO O PRIVATO che fa un lavoro di concetto,  e che è quello che guadagna 10-20-30-50-100- volte la paga di UN OPERAIO. 

Ma ha molte responsabilità (si fa per dire ) perché in effetti non ha nessuna responsabilità in quanto quando sbaglia non paga mai in termini economici, ma paga sempre l’azienda e quando L’AZIENDA PUBBLICA O PRIVATA vuole disfarsene gli offre come BUONA USCITA (per le sue incapacità dirigenziali).

UN PACCO DI MILIONI a chi occupa una poltrona novantanove per cento delle volte non per meriti ma per la appartenenza ad una DELLE CASTE DEI PRIVILEGIATI; non è giusto che debba guadagnare delle cifre sproporzionate rispetto a un operaio che fa un lavoro di fatica fisica.

 

                                                                       CONTINUA

 

 

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Articolo pubblicato il 24/06/2014