Una nuova Ucraina

Grande l'impatto delle elezioni nel contesto del conflitto ucraino

 

Pochi i cittadini ucraini convinti, fino al 24 maggio, dell’effettiva chance di poter scegliere chi li avrebbe rappresentati in qualità di Presidente negli anni a venire. E altrettanto numericamente deboli i non-ucraini disseminati in tutto il globo che imperterriti hanno voluto credere nel reale accadimento delle elezioni, con conseguente non-intervento da parte del Capo del Cremlino, il quale da tempo non esita a far sentire la propria presenza all’interno della sì agognata Repubblica.


Il giorno tanto atteso è tuttavia arrivato e nel complesso sembrerebbe anche ben terminato, volendo omettere la rinnovata presenza a Donetsk di reparti ceceni che dimostrano ancora una volta l’insistenza di Putin nel voler tenere sotto più che stretto controllo lo Stato che egli vorrebbe fosse il futuro firmatario della Lega Economica Euroasiatica, avviata il 29 maggio scorso dalla Repubblica Federale Russa con la Repubblica Bielorussa e la Repubblica del Kazakistan.


I cittadini ucraini, finanche coloro residenti all’estero, hanno potuto e voluto votare, segno di una maturità politica risultata inesistente, per esempio, nelle ultime elezioni europee, ove l’affluenza registrata alle urne ha toccato i minimi storici ed è stata prevalentemente inferiore al 50% in ogni Stato Membro. Nell’Est Ucraina la situazione è invece frammentaria: i piccoli villaggi ancora immuni dagli atti terroristici filo-russi si sono recati alle urne, mentre a Donetsk si sono verificati veri e propri roghi di schede elettorali e i seggi sono stati occupati e successivamente chiusi con l’utilizzo della forza, ormai diventata normale pratica delle truppe filo-russe.


Il designato Presidente Pedro Poroshenko, leader durante le opposizioni di piazza Maidan, guadagna quindi un consenso superiore al 50% e dichiara: “ L’Ucraina resterà unita ”. Così come lo è chi lo ha sostenuto e coloro aventi preso parte a questi lunghi mesi di proteste, il Presidente si dichiara fiero del risultato ottenuto e prende da subito posizioni chiare, affermando con orgoglio che non vi saranno compromessi sulla Crimea, la quale dovrà restare all’Ucraina.

Nonostante i numeri dessero Poroshenko come vincitore ancora prima della chiusura dei seggi, i media russi hanno comunicato che il candidato Presidente Yarosh, in realtà all’1%, era in testa con il 37% del consenso, alterando così i dati statistici pervenuti dai seggi.

Ciononostante, l’Ucraina dopo il 25 maggio ha fatto un passo avanti verso la tanto sperata, in cuor ucraino, completa indipendenza dalla Russia, a livello economico e politico. L’aria che si respira è di buon auspicio, tanto che il neo-Presidente è pronto a firmare la parte economica dell’accordo di associazione con l’Unione Europea durante il vertice UE che si terrà il prossimo 27 giugno a Bruxelles. Il nuovo eletto ha inoltre offerto di anticipare le elezioni regionali nell’Est del Paese per attuare un decentramento con relativo passaggio di poteri alle regioni, che porterebbe ad un conseguente aumento d’autonomia per le zone in questione, sottolineando però l’assoluta necessità e priorità di mettere fine ad ogni scontro armato su suolo ucraino.


I cittadini, questo maggio, hanno compiuto il loro dovere e la speranza è che Pedro Poroshenko sappia e possa ristabilire una situazione di serenità che da tempo manca alla sua Nazione. A noi non resta che aspettare l’avvento della nuova Ucraina.

 


Valentina Spina

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Articolo pubblicato il 14/06/2014