Il Club di Bilderberg oggi

Preoccupa l’intenzione di Putin di costruire un altro ordinamento planetario

  

 Nei giorni dal 29 maggio al primo giugno, si è tenuto nel Marriott hotel di Copenhagen l’annuale  incontro dei personaggi che rappresentano i poteri economici e le élites occidentali. Sono presenti i più grandi nomi della finanza (non invitato tra loro il nostro ministro delle finanze Padoan), degli istituti bancari, delle società multinazionali e partecipano regnanti, ministri e rappresentanti delle istituzioni internazionali.

I partecipanti, oggi come in passato, trattano una grande varietà di temi globali economici, militari e politici. Ma sopratutto tentano, come hanno fatto imponendo Mario Monti all’ Italia, di interferire nella vita delle nazioni, piegando, ai loro interessi, con la collaborazione dei governi europei, l’economia degli stati che ritengono più deboli.

 Un loro presidente del passato, Etienne Davignon, si è addirittura vantato del fatto che l’euro sia stata un’idea originale del club Bilderberg.

  Solo quattro italiani hanno potuto prendere parte all’importante convegno che si svolge a porte ermeticamente chiuse e di cui non si possono conoscere le decisioni. Sono Mario Monti, che da anni riveste un ruolo direttivo all’interno del club, Franco Bernabè, John Elkann e la giornalista RAI Monica Maggioni.

 L’assemblea deve avere analizzato la sapiente opera di sottomissione dell’Italia all’Europa, messa in atto da Mario Monti, imposto dal  Bilderberg al governo del nostro paese, con la fattiva collaborazione del vegliardo del Colle. Il progetto del bocconiano aveva come caposaldi, innanzitutto la sacralità ed intangibilità dell’Euro e poi l’esecuzione pronta ed assoluta degli ordini (I famosi compiti a casa) impartiti  all’Italia dall’Europa dominata dalla Merkel.

Con l’obiettivo di indebolire attraverso il ricorso a trattati  coercitivi ed a tassazioni di ogni genere, tutto il sistema produttivo italiano. In modo da distruggere il sistema delle piccole e medie industrie ed inducendo, anche con l’aiuto dei sindacati, le aziende più grandi a riparare in paesi esteri. Rendendo così l’Italia facile preda e territorio di scorribande in cerca di lucrosi shopping da parte delle multinazionali presenti nel Bilderberg.

La sensazione che il giocattolo si stia rompendo deve però avere permeato questa volta il dibattito che si è svolto nelle sale dell’hotel Marriott di Copenhagen.

 Per due ragioni.

 

La prima è rappresentata dalle ostilità che si sono aperte tra l’UE, schierata con un Obama sempre più debole, e la Russia sulla questione dell’Ucraina. Conflitto che vede da una parte l’Europa rappresentata in politica estera dalla ineffabile baronessa Ashton, dall’altra il colosso russo, guidato da un vero statista come Vladimir Putin.

 

Con l’UE, che spinta dagli USA, non solo ha minacciato ma anche imposto alla Russia sanzioni che potrebbero compromettere i rapporti commerciali ed anche la fornitura di gas russo ai paesi dell’eurozona ed all’Italia in particolare.

 

Preoccupa inoltre l’intenzione di Putin di costruire un altro ordinamento planetario che riunendo i paesi emergenti (i BRICS), potrebbe minare l’egemonia del Bilderberg e delle altre organizzazioni elitarie internazionali (Trilateral Commission ecc.).

   

 Il secondo importante tema all’ordine del giorno è quello di affrontare e neutralizzare la marea antieuropea ed anti-euro che sta montando negli stati dell’eurozona ed è particolarmente violenta in Francia ed in Inghilterra. Solo “La Stampa” ha avuto il coraggio di sostenere nei giorni scorsi, prima delle elezioni, che sta arretrando nei sondaggi il numero degli euroscettici.

 

Occorre valutare fino a che punto sia foriera di rivolta e di ritorsioni la politica del rigore ispirata dal Bilderberg ed applicata dalla Merkel. Rigore che soprattutto in Italia, con la cieca collaborazione di politici locali, quasi tutti di sinistra, (Napolitano e Monti in primis e poi Letta e Renzi) sta seminando, da tre anni, disoccupazione, miseria, fame ed anche suicidi negli strati popolari più vessati dalle tasse e più deboli.

  

I soci del Bilderberg sanno che da oggi, dovranno confrontarsi con un parlamento e con una commissione europea ben diversa da quella acquiescente e docile con cui finora sono stati abituati a trattare.

 

Anche se è molto dubbio che il giovane ed inesperto Matteo  mantenga la promessa fatta prima delle elezioni e sia capace di “battere i pugni” sui tavoli di Bruxelles.

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 06/06/2014