Un forte impegno, non solo in campo musicale ma anche divulgativo, con lezioni e conferenze-concerto sulla storia della musica e sul canto popolare del Piemonte
Venerdì 6 giugno, alle ore 21, presso la sala della Biblioteca Comunale in via Matteotti 3, a Pianezza, vi sarà la presentazione del libro “Passeggiate poetiche”, a cura di Ezio Girardi, con lettura di poesie piemontesi di autori diversi, con accompagnamento musicale e canto eseguiti dal gruppo “J’Arsivòli”.
Parliamo con Ezio Girardi, componente del gruppo “J’Arsivòli” di Pianezza.
Ci racconta quali sono i vostri obiettivi?
Il Gruppo “J’arsivòli” di Pianezza nasce nel 1999 all’interno del gruppo folcloristico “La Lusentela” per consentire maggior flessibilità e la possibilità di partecipare ad altre manifestazioni.
Il termine piemontese “Arsivòli” significa in italiano “fantasticherie”.
Il gruppo è composto da due a sei elementi secondo le necessità; e interviene a rappresentazioni storiche e manifestazioni in costume nelle varie città e paesi dove si rivivono eventi del passato o a serate che propongono canti e musiche piemontesi.
Il gruppo ha partecipato a molti eventi e ad alcune trasmissioni televisive locali. Ha pubblicato nel 2009 il libro con CD “Come una favola” comprendente musiche e canti tradizionali e musiche di nuova composizione piemontese.
Qual è il vostro repertorio?
Il gruppo “Arsivòli” esegue un repertorio che varia dalle musiche e danze occitane ai canti e alla musica tradizionale piemontese e alle musiche antiche. Inoltre propone letture di poesie, racconti, lezioni-concerto e conferenze-concerto sulla storia della musica e sul canto popolare del Piemonte.
Gli strumenti musicali che usiamo sono: la chitarra, la ghironda, il violino, il flauto e l’organetto diatonico.
Qual è il vostro pubblico?
Il pubblico varia secondo il genere proposto: musica da ballo o d’ascolto, brani specifici di una data epoca, canti popolari piemontesi o nuove canzoni d’autore.
Come vede la situazione della musica piemontese?
La musica piemontese è poco conosciuta ed è impegnativo trasmetterla. E’ difficile anche avere degli spazi per proporla e il pubblico dovrebbe essere maggiormente sensibilizzato.
Quale “piemontese” utilizzate?
Noi usiamo il piemontese classico che è più simile al torinese.
Infine, vuol dire qualcosa a chi non conosce la musica piemontese?
A chi non conosce la musica e il canto piemontese diciamo che nella nostra regione ci sono tantissime musiche e canti molto belli che sono giunti a noi attraverso i secoli.
Le musiche scritte si possono trovare nelle biblioteche, basta aver voglia di cercare.
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Articolo pubblicato il 04/06/2014