Un terremoto in Francia: Marine Le Pen

Storica vittoria per i nazionalisti francesi, storica sconfitta per i socialisti. Su Civico20News l'analisi del risultato e le sue conseguenze.

 

Esito fuori da ogni previsione in Francia: i socialisti segnano con il 14% uno dei peggiori risultati della propria storia, l'UMP non riesce a recuperare la fuga di voti e si arresta al 20%. Ma, soprattutto , queste elezioni passeranno alla storia per il risultato del Front National, primo partito di Francia con il 26% di consensi. Il perchè di questo esito potrebbe sembrare un mistero: il governo di Hollande non è rimasto con le mani in mano e non ha peggiorato la situazione del paese. D'altronde la crisi non ha impattato nel paese d'oltralpe con la violenza con cui ha fatto altrove. Le radici dell'affermazione del Front National sono da cercare altrove. Per aiutarci nell'analisi abbiamo contattato la professoressa e storica Isabelle Chabot, presidente della Società Italiana delle Storiche.

 

Anzitutto per capire la svolta politica dobbiamo tenere in considerazione alcuni fattori che normalmente sfuggono all'osservatore esterno. La Francia è infatti, a differenza dell'Italia, un paese di grande patriottismo. La “Grandeur” francese è un tema molto sentito, centrale da centinaia di anni e solo parzialmente attutito negli ultimi decenni. Marine Le Pen incarna questo ideale meglio di chiunque altro da ormai molti anni: una leader forte, capace di modernizzare un partito svecchiandolo dalle auree fasciste impresse dal padre, abile nell'imprimere al partito stesso una forza nuova, giovane e attiva, è riuscita a ergersi come rappresentante di quella Grandeur. Il successo è stato giocato su due fronti: sia come capacità di risvegliare l'orgoglio dei francesi, posti al secondo posto nella gerarchia europea sotto la Germania (peraltro rivale storica), sia come capacità di porsi nei termini di una leader forte in contrapposizione all'altra figura forte dell'Europa, Angela Merkel. Il bacino elettorale più cospicuo per il FN d'altronde è il sud della Francia, la zona che in assoluto ha sofferto di più lo sfascio dell'impero coloniale e la conseguente immigrazione, tema su cui la Le Pen ha incentrato un tema cardine del proprio programma.

 

La figura di Hollande, ora si può capire, non ha risposto alle aspettative dei francesi: un leader scialbo, incapace di mostrarsi come una guida forte, ha perso consensi di fronte ad una figura tanto imponente come quella di Marine Le Pen: una leader forte, capace di adattare tematiche antiche a situazioni nuove.

 

Se a questo aggiungiamo che le politiche economiche di austerità di Hollande stridono fortemente con questi sentimenti, ecco che la vittoria del Front National non solo non appare più assurda, ma addirittura, forse, logica.

 

Le conseguenze politiche sono forti: in Francia come in Italia il voto europeo è stato sentito come fortemente connesso a quello nazionale. Per questo il governo di Hollande si trova in un preoccupante bivio, non potendo non considerare quello che è adesso il primo partito di Francia, né potendo ignorare che la situazione politica è stata stravolta rispetto alle ultime elezioni parlamentari. A meno di una rinnovata azione politica del Presidente, piuttosto spregiudicata in ogni senso, la strada delle elezioni sembra avvicinarsi sempre di più.

 

Gli sviluppo per l'Europa, se possibile, sono ancora più pesanti. Oltre infatti all'ampio bacino di consensi ottenuto dai partiti euro-scettici e anti-europeisti, si deve considerare che questi hanno finalmente trovato un leader capace e credibile a cui affidarsi. Se Marine le Pen è stata capace di compiere l'impresa in Francia, sembra scontato pensare che il suo seguito tra i nazionalisti d'Europa potrebbe essere simile a quello di un messia.

 

Se quindi nell'Unione Europea non si riuscirà a portare avanti il tanto richiesto progetto di un' “Europa dei popoli”, la disaffezione verso il sentimento comunitario potrebbe trovare sempre maggior consenso. Fino ad ora la situazione è stata parzialmente preoccupante. Adesso dovrebbe cominciare a intimorire sul serio.

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Articolo pubblicato il 27/05/2014