Diffondere la cultura e il folclore piemontese attraverso i canti, la musica e le danze tradizionali
Parliamo con Ezio Girardi, Presidente del Gruppo Storico-Folcloristico “La Lusentela”.
Ci racconta il suo percorso artistico, i riconoscimenti ottenuti e le altre cose che ritiene significative?
Il Gruppo Storico-Folcloristico “La Lusentela” di Pianezza nasce nel 1988 e ha per scopo quello di diffondere la cultura e il folclore piemontese attraverso i canti, la musica e le danze tradizionali.
Il nome piemontese “Lusentela” (in italiano “lucciola”) significa una piccola luce di cultura e di amicizia che il gruppo porta nei vari luoghi con le sue esibizioni.
I costumi indossati riproducono un modello locale contadino usato nella seconda metà del Settecento.
Il gruppo “La Lusentela” è parte integrante dell’Associazione “Amici della Cultura Piemontese” di Pianezza.
Dall’anno 2010 il gruppo “La Lusentela” è iscritto all’Albo dei Gruppi Storici della Provincia di Torino.
Durante le manifestazioni “La Lusentela” fa rivivere momenti di vita popolare con musiche, canti e balli regionali accompagnati da strumenti musicali antichi quali: organetto diatonico, ghironda, flauto, violino, dulcimer e chitarra.
Nella sua lunga attività il gruppo ha partecipato a centinaia di manifestazioni e a varie trasmissioni televisive.
Ha inoltre al suo attivo la pubblicazione di materiale di cultura popolare quale diversi libri e CD comprendenti musiche e canti tradizionali.
Nel 2011 il gruppo “La Lusentela” è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come gruppo di Musica Popolare e Amatoriale di Interesse Nazionale.
Qual è il suo repertorio?
Il gruppo “La Lusentela” presenta un repertorio di canti tradizionali piemontesi quali “La bergera” - “La mia mama a veul ch’i fila” - “Magninà” - “La tabachin-a” - “La vijà” ecc. e altri di nuova composizione per incrementare il patrimonio regionale.
Esegue le danze che si ballavano in Piemonte nei secoli scorsi: dalle popolari “corente” e “monferrine” ad altre ancora, frutto di ricerche nelle varie vallate piemontesi.
Quale è il suo pubblico?
Il pubblico è vario, in genere è quello dei paesi dove viene invitato ad esibirsi o quello che interviene alle presentazioni delle opere pubblicate dall’Associazione “Amici della cultura piemontese”. I luoghi sono vari, possono essere: teatri, castelli, saloni o piazze popolari.
Come vede lo “stato di salute” della canzone in piemontese?
La canzone piemontese non viene valorizzata come merita e non ha modo di essere conosciuta attraverso i mass media. Quindi è relegata in un ambito ristretto.
Il pubblico dovrebbe essere “educato” e sensibilizzato ad una maggior conoscenza.
Quale “piemontese” utilizza? (torinese, misto con italiano, strettamente locale...).
Il piemontese usato è quello classico con la scrittura normalizzata dei “Brandé”.
Nei canti popolari usiamo il linguaggio originale del testo.
Cosa vuol dire in conclusione a chi non conosce la canzone in piemontese?
A chi non conosce la canzone piemontese diciamo che il Piemonte vanta un repertorio di canti ricchissimo che viene studiato all’estero, ma è poco considerato in Italia.
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Articolo pubblicato il 24/05/2014