PROVINCIA ADDIO E POI?

INTERVISTA A PATRIZIA BORGARELLO CONSIGLIERE PROVINCIALE DELLA LEGA NORD

Sotto i colpi del decisionismo di Renzi, con il 30 giugno, alla scadenza naturale, non verranno rinnovati i Consigli Provinciali, in quanto l’Ente Provincia è virtualmente abolito. Per quanto concerne Torino e Provincia nascerà la Città Metropolitana, dai contenuti ancor approssimativi e che potranno essere definiti nella seconda parte dell’anno, da un comitato ristretto di tre persone.

Rivolgiamo qualche domanda alla Professoressa Patrizia Borgarello, consigliere provinciale della Lega Nord, con una lunga militanza alle spalle e con incarichi come Assessore e consigliere al Comune di Santena.

Professoressa Borgarello, in consiglio Provinciale lei rappresenta un’espressione femminile attenta a difesa dei valori del territorio. I suoi colleghi di lista si presentano candidati, anche se in contesti e schieramenti differenti, alle prossime elezioni. Lei ci aveva fatto un pensiero e cosa farà da grande?

Bella domanda. Dopo vent’anni di militanza, rivivo l’entusiasmo dell’impegno e dedizione profusi, che, come me hanno accomunato molti altri iscritti. Purtroppo nella Lega Nord sono stati compiuti diversi errori. Si è abbandonata la valutazione del merito, delle competenze e dell’impegno disinteressato da parte di coloro che hanno occupato posizioni apicali. Il Partito ha cercato di minimizzare ogni suggerimento ed iniziativa, livellando l’apporto dei più a facendo lievitare le mediocrità.

Nella Lega Nord,oltre al caso Sacchetto, mi risulta che alcuni candidati per l’elezione al consiglio regionale, abbiano ricevuto pressioni a non impegnarsi in campagna elettorale per non oscurare il candidato prescelto dal partito per la provincia di Torino. Questa notizia risulta anche a lei?

Questa è una conseguenza esplicita delle affermazione precedenti. Si sono esclusi dalla Lista i portatori di valori, esperienze e competenza. Per evitare che qualcuno potesse prevalere, nonostante la lista bloccata, si arriva alla censura. Si nutre timore, non infondato, che possa non emergere il candidato designato consigliere, che non brilla certo per competenza ed impegno per la collettività.

Quale scenario prevede in Piemonte per il dopo 25 maggio?

Inizio con il constatare la desolazione che pervade il corpo elettorale, dopo anni di scandali che hanno interessato l’intero scenario politico e le realizzazioni incomplete. Oggi c’è la crisi produttiva ed occupazionale ed i fondi pubblici sono ridottissimi. Per risalire alle responsabilità dello sfacelo, si deve guardare al passato. Se, come si prevede, la Sinistra arrancherà e non potrà godere di ampi consensi, coloro che sono stati gli artefici del mancato accordo nel centro destra a sostegno uno schieramento unitario, si prodigheranno per diventare le putrelle pelose del potere. Purtroppo è il marchio dei vecchi democristiani che, mutatis mutandis, non smentiscono la loro vocazione ed esercitano così la loro azione politica preferita.

Cosa succederà nella Lega dopo le defezioni avvenute e le accuse che in varie zone del Piemonte i militanti rivolgono al vertice?

Questa realtà mi rattrista. Vorrei e con me, la maggior parte di iscritti e militanti che incontro ed ascolto ogni giorno, si tornasse allo spirito originario, con i necessari adeguamenti ai tempi ed al momento politico. Ritengo che una Lega composta da persone oneste, capaci e competenti, ove i ruoli e le politiche decisorie siano ricoperti da chi si impegna e testimonia le proprie capacità a favore dei cittadini e non per tornaconti individuali, dovrebbe e potrebbe prevalere.

Se il movimento intende risorgere dovrà imboccare questa direzione, ritornando a diversificarsi dalla cattiva politica dei mungitori ed approfittatori di cui le cronache politiche e giudiziarie oggi abbondano. Se usciamo dalla retorica ed ai termini Democrazia e Partecipazione vogliamo ridare il significato originario, questa dovrebbe essere la strada da seguire.


Spes ultima dea. Consigliere Borgarello, nell’interesse dei Piemontesi, auguriamoci il meglio, non scordando il vecchio e saggio detto: “a mali estremi, estremi rimedi”.

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Articolo pubblicato il 21/05/2014