Marco Travaglio presenta il suo nuovo libro-inchiesta “È stato la mafia”

Sono passati molti anni dalle stragi di Capaci e di Via d'Amelio, ma non è cambiato nulla nel nostro paese

L’ultima giornata del Salone del libro 2014 si chiude con la presentazione del nuovo libro di Marco Travaglio. La riflessione del vice-direttore del Fatto Quotidiano parte con alcune considerazioni su Giorgio Napolitano, soprannominato “il presidente intoccabile”. E in effetti, guardando le reazioni della presidenza nonché quelle dei politici e giornalisti asserviti ad essa, non si può pensare il contrario. Non è mai accaduto nella storia italiana un atteggiamento di questo genere. Addirittura Cossiga, uno dei presidenti della repubblica più discussi, non era mai arrivato a tanto. L’anno scorso Napolitano, con il sostegno della maggior parte dei giornali italiani, ha fatto distruggere le intercettazioni tra lui e Mancino su questioni riguardanti Cosa Nostra. Un fatto certamente inaccettabile e scandaloso in tutti i paesi democratici del mondo, ma non in Italia.

 

Ma la cosa ancora più grave è il silenzio nei confronti del libro di Fiandaca e Lupo, che giustificano la trattativa Stato-mafia, ritenendola giusta! Secondo loro, lo Stato ha trattato con la mafia in fin di bene, per evitare la morte di molte persone. Peccato che, mentre lo Stato trattava, la mafia continuava a uccidere persone. Cedere al ricatto delle organizzazioni criminali le rafforza. Basti guardare il caso dell’Anonima Sequestri, che dopo il blocco dei riscatti è stata sgominata.  

 

Sia da destra, dove i maggiori dirigenti di Forza Italia sono all’estero per evitare l’arresto, sia da sinistra, con Napolitano che ostacola le indagini e molti che giustificano la trattativa Stato-mafia; c’è un sostegno o una partecipazione alla trattativa con Cosa Nostra. Uno degli autori del libro che giustifica la trattativa Stato-mafia è candidato alle elezioni europee con il Partito Democratico, proprio perché ha scritto quel libro.

 

Travaglio prosegue parlando di Primo Greganti: tre condanne definitive ma operativo nel PD fino a due settimane fa. Oppure Gianstefano Frigerio, arrestato per tangenti nel periodo di Mani Pulite, lo ritroviamo arrestato nuovamente l’8 Maggio 2014 per tangenti connesse all’Expo 2015. O ancora Giancarlo Quagliotti, anche lui arrestato per tangenti durante il periodo di Mani Pulite e rinato recentemente come braccio destro di Piero Fassino in comune a Torino, per essere poi nuovamente sospeso qualche giorno fa nuovamente per tangenti.

Dopo tutte queste vicende legate all’Expo, Matteo Renzi ha indetto una “task force”, in Italia il loro compito è quello di rubare. Formigoni nominò il generale Mario Mori e il capitano Giuseppe De Donno 4 anni fa, per vigilare sugli appalti dell’Expo. Peccato che entrambi sono imputati per il processo Stato-mafia, in quanto hanno tentato di trattare con Vito Ciancimino (un mafioso) dopo la strage di Capaci. Ed ecco i risultati.

 

È strano pensare che a vent’anni di distanza ci siano sempre le stesse facce nella criminalità. Probabilmente avranno qualcosa da nascondere e di conseguenza, queste persone non possono essere sostituite. Perché se parlassero, rovinerebbero la vita ad un sacco di politici e non solo.

 

Travaglio conclude la conferenza tornando su Napolitano, ricordando la farsa della sua rielezione. I partiti dopo soltanto 2 giorni, erano in serie difficoltà nella scelta del Presidente della Repubblica, al punto di mettere a rischio la tenuta costituzionale. Queste presunte “difficoltà estreme” sono inspiegabili, in quanto in passato, Oscar Luigi Scalfaro era stato nominato dopo ben due settimane. Il vero problema era Rodotà, che rischiava di essere eletto. Una personalità retta come Rodotà non avrebbe mai raggiunto le bassezze di Napolitano. Tutto era già stato preparato, lo dimostrano gli arrivi dei partiti al Colle, che per strane “coincidenze” avvenivano a mezz’ora di distanza l’uno dall’altro. Travaglio prosegue citando il servilismo patetico di molti giornalisti, nei confronti del Presidente della Repubblica. È tale da somigliare alle cronache delle famiglie reali di molti anni fa.

 

Questo servilismo non mancò neanche dopo l’arrivo di Monti o di Renzi.


Bisogna cominciare a ribellarsi a questa politica e a questa informazione.

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Articolo pubblicato il 16/05/2014