Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo presentano "Se muore il Sud" al #SalTo14

La storia va letta tutta intera, sia i pezzi che ci fanno comodo, sia i pezzi che ci fanno meno comodo

La storia va letta tutta intera, sia i pezzi che ci fanno comodo, sia i pezzi che ci fanno meno comodo. Questa è un osservazione alla base della divisione tra nord e sud, dove le due realtà vedono soltanto un lato della storia.

 

Questa visione oggettiva è alla base del nuovo libro-inchiesta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, già autori del libro scalpore “La Casta”. Nel nuovo libro “Se muore il Sud” vengono sbugiardate entrambe le visioni su questo tema. Per fare questo, vengono mostrati simbolicamente due libri, che rappresentano solo una parte incompleta della storia. Da un lato “Terroni” di Pino Aprile, che racconta la storia dalla parte del Sud e dall’altra “Polentoni” di Lorenzo Del Boca e inizialmente firmato da Roberto Cota, che racconta la storia dalla parte del Nord.

 

Le due realtà contrapposte segnano delle punte di ridicolo. Da una parte i sudisti che arrivano addirittura a dire che dopo l’arrivo di Garibaldi, il Sud, da terza potenza mondiale e divenuta una povera colonia italiana, depredata dell’oro che possedeva per portarlo al misero Nord. Basta vedere i concorrenti di questa presunta “terza potenza mondiale” per capire la falsità di questa storia. Dall’altra parte i nordisti, attraverso una frase della Lega, dicendo “Sulle nostre bandiere ritorna dalla notte dei tempi, un simbolo antico ed augurale, la ruota solare graffita da millenni sulle rocce delle alpi”. Il famoso “sole delle alpi” è presente a Roma nel pavimento di Santa Maria in Trastevere, in un chiesa sconsacrata in provincia di Salerno, in una stele funeraria del III sec. a.C. in Arabia, in una tomba tunisina, in una moschea in Marocco e in molti altri luoghi ben lontani dalla così detta “padania”. Inoltre la storia del Sud impoverito dal Nord non regge, in quanto ogni anno, il Sud compra dal Nord 62 miliardi di beni e servizi. Anche in questo caso la storia è raccontata in modo distorto.

Tolte queste storie dimezzate, si presenta effettivamente la realtà del Sud. Un paese da sempre deindustrializzato (ben prima dell’arrivo di Garibaldi) che è stato ulteriormente impoverito dal Nord. Il Sud ha due grandi problemi strettamente collegati: le mafie e la dirigenza. Con una dirigenza non corrotta e con una mafia sconfitta, il Sud potrebbe diventare una delle zone più fiorenti al mondo! Basti pensare ad esempio alla Sicilia, che possiede più attrazioni e più coste delle isole Baleari, ma guadagna ogni anno 12 volte in meno, per colpa della cattiva pubblicità data dalle amministrazioni e dalle mafie, con zone inquinate e molto altro. Oppure la Campania, che aveva una delle più fiorenti zone agricole, ma ora, dopo i veleni inquinanti che hanno trasformato la Campania nella terra dei fuochi, la situazione si è ribaltata.

 

Va anche detto che il Sud recentemente ha ricevuto i fondi dell’Unione Europea per far fronte a queste difficoltà. Ma questi fondi, sono stati utilizzati per sagre, sale bingo e trattorie, tutte collegate alle cosche mafiose.

 

Il nuovo libro di Stella e Rizzo non è soltanto un corollario delle nefandezze che avvengono nel Sud, ma anche una raccolta di esempi positivi, che dovrebbero porre delle basi per un futuro migliore. Ad esempio Mimmo Costanzo che è riuscito a consegnare con un anno e mezzo di anticipo i lotti per la Salerno-Reggio Calabria, consentendo un guadagno più che raddoppiato; oppure l’azienda Harmont e Blaine, creata da due fratelli campani, che sono riusciti a conquistare il mondo con questo marchio di abbigliamento; oppure la Dolfin con i Polaretti, che vengono venduti in tutto il mondo con grande successo; o ancora la Sicilia con Edison Web, che fa software per le multinazionali e gestisce la metà della logistica dei Taxi di New York; o Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, che hanno creato l’aereo più leggero al mondo. Questi sono soltanto alcuni esempi di ciò che il Sud è in grado di fare.

 

Il monito finale di Stella e Rizzo è quello di credere nei propri figli, per un futuro migliore.

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Articolo pubblicato il 14/05/2014