La riscoperta del compositore canavesano Rosario Scalero

Da oggi si possono ascoltare alcune sue opere in un CD

L’amico dottor Fabrizio Dassano, presidente dell'associazione “I Luoghi e la Storia di Ivrea”, apprezzato scrittore e saggista canavesano, mi segnala la riscoperta del compositore piemontese e canavesano Rosario Scalero.

 

Rosario Scalero, nacque a Moncalieri nel 1870 e morì nel suo castello di Montestrutto (Ivrea) nel 1954. Studiò a Torino, sposò Caterina Delgrosso di Mazzè (To) nel 1892 e si formò a Vienna alla fine dell’Ottocento.

 

Compositore e violinista, fu professore di contrappunto all’Accademia di S. Cecilia a Roma. Nel 1924 venne nominato professore di composizione al Curtis Institute of Music di Filadelfia (Pennsylvania - USA). Ebbe tra gli allievi Nino Rota, Samuel Barber e Giancarlo Menotti.

 

Forse è partita la riscoperta del compositore piemontese e canavesano Rosario Scalero?

 

Si direbbe proprio di sì e grazie a due musicisti professionisti come Mauro Tortorelli e Angela Meluso, rispettivamente violinista e pianista, nonché marito e moglie nella vita. Vantano esperienze di alto livello e all’attivo lavori di filologia musicale dedicati alle opere di Camillo Sivori e a Gaetano Fusella.

 

Tortorelli è diplomato in violino con il massimo dei voti e la lode sotto la guida del M° Carlo Giuntoli ha frequentato l'Accademia musicale Chigiana di Siena con Gulli e Belkin e il Mozarteum di Salisburgo con Kantorow. Si è perfezionato in seguito con Georg Mönch con il quale ha eseguito nel 1990, al Teatro alla Scala di Milano, un brano per due violini di Luigi Nono. Nello stesso anno intraprende lo studio della composizione con Eduard Ogando. Vincitore di concorsi nazionali e internazionali è stato invitato in qualità di solista da diverse orchestre e prestigiosi enti musicali: Orchestra Filarmonica di Stato Slovacca, European Union Chamber Orchestra, Orchestra Nuova Scarlatti, Dublin Philarmonic, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Ghione di Roma, Auditorium RAI di Napoli, Festival Pontino, Festival di Alghero, Società dei Concerti di Ravello, Slovkoncert, Salzbuger Schloßkonzert. Oltre al repertorio solistico si dedica a quello cameristico collaborando con artisti quali Franco Maggio Ormezowski. Vincitore dei concorsi a cattedra nei conservatori statali di musica, attualmente è docente di violino al Conservatorio di Vibo Valentia.

 

Angela Meluso ha intrapreso lo studio del pianoforte all’età di cinque anni.

Si è diplomata con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria sotto la guida del M° Giacomo Fuga. Ha seguito corsi di perfezionamento con Lazar Berman (Accademia Musicale di Firenze), Vincenzo Balzani (Accademia Hipponiana di Reggio Calabria) e per musica da camera con Mauro Tortorelli, Giacomo Fuga, E. Bagnoli ed il Trio di Trieste presso Scuola Superiore Internazionale di musica da camera. Vincitrice di concorsi nazionali e internazionali, ha lavorato per la realizzazione delle opere: “le Nozze di Figaro”di W. A. Mozart e “Suor Angelica” di G. Puccini in qualità di Maestro collaboratore nel corso di “Interpretazione Lirica” tenuto dal M°Luigi Petrozziello. Si è esibita in qualità di solista alla” Beethovengedenkstatte” di Vienna, al ”Festival Internazionale di Musica Contemporanea” di Tirana in duo con il clarinettista Guido Arbonelli ed in prestigiosi teatri italiani (Ridotto del Teatro Rendano di Cosenza, Teatro Revoltella di Trieste, Teatro Piscator di Catania, Teatro Umberto di Lamezia Terme).

 

Una riscoperta dovuta alla sensibilità di un editore musicale di prestigio come la casa discografica “Tactus” di Bologna, fondata nel 1987 da Serafino Rossi, che dalla produzione di dischi di musica classica ha sempre prestato una particolare attenzione ai compositori italiani del periodo rinascimentale e barocco. La collana di dischi presenta interpretazioni di gruppi e artisti, in maggioranza di origine italiana, che seguono una prassi esecutiva filologica nella interpretazione della musica. Quest’ultima produzione fa parte di quell’ampliamento rivolto ai compositori dell’Ottocento e di musica contemporanea.

 

Così spiega l’editore: Spesso la musica e la sua storia mette di fronte l’appassionato a nomi tutt’altro che noti, esigendo da parte dell’ascoltatore qualcosa di più di un semplice ascolto, ma l’attenzione a qualcosa di completamente nuovo che, paradossalmente, proviene proprio da un passato spesso glorioso e che il tempo o «la scopa del tempo» per utilizzare un termine più Dahlahusiano, ha portato inesorabilmente via. Ne sa sicuramente qualcosa il compositore piemontese Rosario Scalero, violinista, compositore e didatta.

 

Lo stupore che riaccompagna queste (ri)scoperte è poi quasi sempre pari alla voglia di addentrarsi maggiormente nella vita dell’autore che diventa, come è successo in passato, a volte oggetto di culto e accesi dibattiti. Per quanto quest’ultimo punto potrebbe non accadere nel caso di Scalero, è indubbio il grande interesse che quest’autore va a suscitare ad un primo ascolto, anche condotto in maniera non approfondita.


Una posizione condivisa da Mauro Tortorelli, che ha recentemente dichiarato a Lidia Ferrua, bibliotecaria e curatrice del “Fondo Scalero” conservato alla biblioteca civica di Mazzè: Per me e mia moglie pianista è stata una grande sorpresa venire a conoscenza di questo compositore che noi riteniamo al pari dei più grandi del secolo scorso e speriamo vivamente che verrà riconosciuto come tale dalla critica al più presto.

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Articolo pubblicato il 15/05/2014