Lettere dei condannati a morte della Repubblica Italiana: Gian Carlo Caselli e Antonella Mascali parlano delle vittime di mafia e terrorismo al #SalTo14

Tributo ai servitori dello Stato che lo Stato non ha saputo proteggere e spesso non ha voluto proteggere

“Italia 1978-2014. Magistrati, giornalisti, preti, avvocati, professori, politici, investigatori: I servitori dello stato che lo Stato non ha saputo e molto spesso non ha voluto proteggere.”

 

Questa è l’introduzione del nuovo libro scritto da Antonella Mascali, dal titolo “Vi aspettavo: Le ultime parole di chi ha sacrificato la vita per tutti noi”.

Lo scopo del libro è quello di tributare gli eroi che hanno sacrificato la loro vita per il nostro paese senza ricevere aiuti dallo Stato, ma addirittura dei paletti. Le recenti vicende dell’Expo 2015 e dell’ex ministro Scajola mostrano come, nonostante i sacrifici, la mafia continui a sopravvivere e a penetrare nelle attività statali.

 

La presenza di Gian Carlo Caselli non è casuale; l’ex magistrato ormai in pensione ha lottato per anni contro le mafie e inoltre ha scritto la prefazione del nuovo libro della Mascali. Caselli spiega la solitudine e la sovraesposizione di questi eroi, abbandonati dallo Stato. Essi venivano considerati dei marziani o degli alieni dalla maggior parte della collettività, invece che persone per bene. In questo paese sembra che il vero problema non sia il male, ma chi cerca, racconta e denuncia il male.

 

L’ex magistrato parla ad esempio di Guido Galli: un magistrato di Milano che aveva vissuto una profonda e amara solitudine, perfino all’interno dell’ordine giudiziario. È stato tacciato di comunismo, mentre compiva la sua giusta opera. Questa è certamente una menzogna, così come lo è stata per altri magistrati come Falcone e Borsellino. L’incredibile disorganizzazione del Consiglio Superiore della Magistratura nei confronti dei magistrati che si occupavano e che si occupano di lotta al terrorismo e alla mafia è inaccettabile. Galli, così come altri magistrati, non aveva alcuna protezione contro i possibili attacchi terroristici. Ma il fatto più clamoroso riguarda le motivazioni delle Brigate Rosse nell’omicidio di Galli: lo uccisero perché lavorando bene come egli faceva, stava restituendo credibilità allo Stato italiano. Uno Stato che non l’ha protetto, nonostante il suo sacrificio quotidiano.

 

Lo Stato non solo stenta a difendere i propri servitori da vivi, ma non gli rende omaggio neanche da morti. Al contrario è stato celebrato Giulio Andreotti in Campidoglio, facendo finta di non ricordare che c’è una sentenza della Cassazione che lo dichiara colpevole fino al 1980 per associazione a delinquere con cosa nostra! Celebrare un colluso con la mafia e allo stesso tempo non rendere omaggio ai veri eroi (come Ambrosoli, Falcone, Borsellino ecc.) è un fatto certamente deplorevole.

 

Un altro uomo abbandonato dallo Stato è stato Michele Liguori, vigile urbano morto di tumore dopo anni di solitudine, indagando sui veleni della Terra dei fuochi. Lui affondava mani e piedi in quelle zone inquinate, producendo materiale molto utile per la magistratura e non solo e in cambio lo Stato gli ha concesso un indennizzo di 5000€! Semplicemente ridicolo!

 

Una conferenza molto toccante e allo stesso tempo piena di disperazione per chi ha perso la vita e rabbia per chi ha permesso questo.


La Mascali conclude la conferenza con delle parole molto dure: “Ma è servito questo? Il sacrificio di queste persone è servito? Si, ma solo in parte. Questo perché ancora oggi continuiamo a parlare di mafia e di trattativa stato-mafia. Il mio libro percorre le vittime dagli anni 70’ fino ad oggi. Solo il nostro paese nell’Unione Europea ha una tale storia di malaffare. Il dolore per la perdita di queste persone da parte dei propri cari è terribile e non si potrà mai rimarginare. In Italia questa bellissima minoranza, che lotta per il proprio paese, deve diventare maggioranza.”

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Articolo pubblicato il 12/05/2014