La filosofia è in crisi o semplicemente compiuta? Massimo Cacciari al #SalTo14

Resoconto dell'evento e la domanda posta da Civico20News

Il novecento filosofico ha espresso due pensieri contrapposti, derivati dal passato: da una parte Nietzsche, che nel corso dell’800 parlò di una vera e propria crisi della filosofia; dall’altra Hegel, che al contrario parla di un compimento della filosofia come puro sapere, ovvero l’abbandono del termine philo (amore) in favore del termine shopia (sapere).

 

Il nuovo testo di Massimo Cacciari (filosofo ed ex sindaco di Venezia) cerca di venire a capo in merito a questo tema, che ancora oggi travaglia il sapere filosofico. In “Labirinto Filosofico” Cacciari spiega che la filosofia è partita da uno stimolo centrale, ovvero l’insistenza nel domandarsi. Questo domandarsi nasce da una critica alla società piena di preconcetti e pregiudizi.

 

La filosofia parla dell’ente (tutto ciò che esiste) non dell’essere (il fatto che le cose esistano) secondo Cacciari. Il dramma è che gli esseri umani sono gli unici in grado di comprendere la meraviglia dell’ente. Ma per comprendere appieno questa meraviglia, bisogna amarla. Pertanto la Filosofia non può distaccarsi dalle sue origini, ovvero “l’amore per il sapere”.

 

Prima di passare alla domanda posta da Civico20News, vorrei soffermarmi brevemente sull’atmosfera dell’evento. In un momento così critico per la cultura, vedere una delle sale principali del Salone del Libro riempita il Giovedì, per un evento che tratta di filosofia è qualcosa di sorprendente!

 

Tralasciando i giudizi sulla figura di Massimo Cacciari, che può piacere o non piacere, gli va riconosciuta questa forza attrattiva nei confronti delle persone, in un settore che certamente non richiama normalmente pubblico.

Ora giungiamo alla domanda posta da Civico20News:

 

Parliamo della crisi della filosofia. Si è partiti con i primi grandi filosofi, ovvero Aristotele e Platone, con un idea molto chiara: ovvero creare un governo di filosofi. Poi con il tempo, tralasciando qualche eccezione, questa idea è andata disperdendosi, portando ad un forte distacco tra politica e filosofia. Quest’ultima oggi ha una grande possibilità, soprattutto nell’Europa in crisi, ovvero riappropriarsi di quel potere che è stato perso nel corso dei secoli, un potere politico al servizio delle persone. Secondo lei questo è possibile? L’alternativa è lasciare il potere politico al populismo e alla pancia piuttosto che alla mente.

 

Di seguito la risposta di Massimo Cacciari:

 

La crisi della filosofia compone tutta la riflessione moderna e contemporanea. Nel mio libro cito la grande frase di Hegel “Basta filosofi, smettetela di chiamarvi amanti”. Come diceva Gentile, nel moderno “l’uomo diventa Dio”, ovvero egli possiede il sapere. La domanda da porsi è quindi questa: In questo sapere, ormai immanente nella società odierna, c’è ancora qualcosa da amare? Io penso di sì, io credo che vi sia ancora spazio per la filosofia e non debba concludersi tutto con il sapere assoluto. Anche perché non esisterà mai il sapere assoluto, vi sarà sempre qualcosa di ignoto, addirittura nel noto. Non ha comunque senso parlare di crisi della filosofia, ma piuttosto di compimento della filosofia, nel sapere scientifico.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/05/2014