Englishmen in...Turin

iTRIBUTE: ospiti i GHOST IN THE MACHINE, tributo a Police & Sting

 

 

Il cocktail bar “Il Maglio”, situato nel cuore del quartiere Borgo Dora, nel complesso architettonico dell’ex Arenale, rappresenta, ormai da anni, un importante punto di riferimento per la musica “live” nella nostra città.

Innumerevoli appuntamenti, a cadenza quasi quotidiana, occupano il palco del locale e proprio al Maglio, ho avuto modo di riascoltare i Ghost in the Machine, tribute band dei Police e Sting.

Sono sincero, conosco il batterista del gruppo, praticamente da una vita, ma questo, vi posso assicurare, non influenzerà il giudizio sulla band e sulla performance a cui ho assistito.

Giudizio più che buono, anzi ottimo, detto in tutta sincerità.

Riproporre mostri sacri come Andy Summers, Stewart Copeland e Gordon Summer, alias Sting, non è certamente facile, ma i Ghost in the Machine, non fanno certo rimpiangere gli “originali”.

Lo spettacolo è di alto livello, e mette in rilievo la grande tecnica dei componenti della band, che propone una scaletta comprendente i brani più famosi del celebre trio inglese, intervallata da diverse canzoni appartenenti alla carriera solista di Sting.

E proprio con un grande successo dello stesso Sting, “If you love somebody set them free”, si apre il concerto; via via vengono proposti brani che hanno fatto la storia della musica rock, dagli anni ’80 in poi: “Message in a bottle”, “Walking on the moon”, “Roxanne” in versione “extended” con un bellissimo assolo di chitarra, “Englishman in New York”, una spettacolare esecuzione di “Synchronicity”, brano difficilissimo e molto impegnativo, fino al gran finale con “So lonely”, che con un arrangiamento davvero azzeccato e molto originale, si tramuta in “No woman non cry”, mitico hit di Bob Marley.

Bravi, bravi davvero i Ghost in the Machine che sono:Stefano Masuelli, voce; Carmelo “Mel” Contino, batteria; Biagio Concu, basso; Christian Gazzetta, chiatarra; Pavi e Lilly, cori.

 

Stefano, un po di storia dei Ghost in the Machine.

Siamo nati diciassette anni fa. E da quindici suoniamo con questa formazione. Siamo insieme praticamente da una vita.

Perché proprio i Police e Sting?

Fondamentalmente per la somiglianza della voce. Tra l’altro a me piacciono tantissimo, compreso Sting solista. Ma diciamo che è partito tutto dalla mia voce.

E si vede, soprattutto sulle note alte. Chiudi gli occhi e…Gordon Summer is here!

 Grazie, devo dirti che comunque mi alleno parecchio, quasi quotidianamente e da un po di tempo faccio un nuovo tipo di training, con un importante vocal coach, di Bergamo, lo stesso di Elisa. E’ tosto ma serve…

E ho notato che sai tutti i testi a memoria, non usi il gobbo o il leggio.

Devo dirti che ho sempre trovato ridicoli quelli che usano il leggio, se vuoi cantare una canzone…imparala…poi, tra l’altro io insegno inglese e quindi forse per me è anche più facile memorizzare i testi e magari anche usare la pronuncia nel modo corretto…

Vero…senza strafalcioni…Carmelo…ci conosciamo da una vita e forse non te l’ho mai chiesto…c’è un ritmo che non sai suonare?

…si…la Mazurka…(risata generale, ndr)…cioè, la saprei anche fare ma non mi viene un gran che bene…

…immagino, dovrai studiare…comunque avete scelto un gruppo non così facile da “tributare”…ma la prossima domanda mi viene spontanea: visto che tu suoni in 12327 diverse tribute band…in quale ti diverti di più, e in quale riesci ad esprimerti meglio?

Se parliamo di rock, sicuramente i Ghost. Nonostante si suoni insieme da una vita, riusciamo sempre a divertirci e a divertire. Questo è il gruppo a cui sono più affezionato. Noi stiamo bene insieme dentro e fuori dal palco. Secondo me, un bel concerto comincia fuori dal palco, crei quell’energia che ti serve per suonare bene, e il pubblico questo lo nota.

Ci sono altre tribute in giro da più tempo di noi, ma hanno cambiato un sacco di formazioni: noi siamo sempre gli stessi, abbiamo solo aggiunto due coriste, per dare ancora più colore ed energia al nostro spettacolo.

Una domanda che faccio a tutti quelli che fanno il vostro mestiere: da definizione colta, “tribute band”, sarebbe qualcuno che imita qualcun altro e di conseguenza, il pubblico imiterebbe quello dell’originale. Voi cosa ne dite?

Stefano. Sai, non si deve dimenticare che i pezzi originali sono stati scritti da altri, a cui siamo chiaramante debitori, ma una volta messo in circolazione, un pezzo diventa un po' proprietà di tutti, e nei limiti della legalità puoi riproporlo. Quindi non mi sento di rubare niente a nessuno e se siamo in grado di emozionare il pubblico, facendo cose di altri, soprattutto proponendo degli arrangiamenti diversi, va benissimo.

Carmelo. Guarda, nel mondo delle tribute, ci sono due scuole di pensiero: quelli che vogliono essere uguali, uguali, uguali, uguali…e chi si tiene, diciamo, un 30% per esprimere le proprie cose. Penso che dipenda anche dal tipo di tributo che tu scegli: se suonassimo i Pink Floyd, non avremmo margine per metterci del nostro, non ci potremmo discostare dall’originale; suonando i Police, invece, abbiamo parecchio spazio, proprio perché gli stessi Police amano giocare con gli arrangiamenti e l’improvvisazione.

Noi ci mettiamo del nostro e mi pare che venga fuori un bel risultato. Hai potuto sentire su “Roxanne”, dove Christian fa un grande assolo…tra l’altro, ti do uno scoop, noi l’abbiamo fatto prima dei Police stessi…prima del Reunion Tour…è provato dalle date sul calendario!!!

Quindi vi hanno copiato…

…siii…(altra risata generale, ndr)…magari ci hanno visti su You Tube e hanno preso l’idea…

Ok. In attesa che li citiate per danni e che vi becchiate una barca di euri come risarcimento…mi auguro di rivedervi presto, magari in un’orchestra spettacolo, e spero che quando accadrà mi dedichiate una mazurka…

…contaci…(ennesima risata, ndr)…grazie, a presto!!!

Stay always tuned !!!

Lele Boccardo  

 

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Articolo pubblicato il 05/05/2014