Il mito del Minotauro ... ha ispirato le Multinazionali?

Quando la logica perversa ed aberrante del profitto può stravolge la stabilità delle Nazioni

Le recenti notizie, apparse su tutti i mezzi di informazione, sulle intenzioni della Multinazionale statunitense General Electric di acquisire il Gruppo Industriale francese Alstom, produttore di  treni ed infrastrutture ferroviarie, di centrali di produzione di energia (idroelettrica, nucleare, gas, carbone, olii combustili, eolica) e trasporto/ distribuzione di energia, deve dare l’idea di quali giochi di potere strategico economico – finanziario e politico vengono messi sul tavolo delle trattative per questa scommessa epocale.

 

Operazioni di questa enorme portata implicano lo stravolgimento di equilibri non solo tra Stati, ma addirittura tra aree geografiche di influenza economica.

La prova che gli interessi in campo sono anche di natura politica destabilizzante sta nel fatto che un’ altro colosso Multinazionale, cioè la Siemens tedesca, sia subito entrata pesantemente in gioco, al fine di impedire questa quasi scontata acquisizione.

Ma l’ appetito vien mangiando ed a questo tavolo, per ora, vorrebbe anche mettere le posate la concorrente Multinazionale svizzera Abb.

 

La guerra senza esclusione di colpi è iniziata e tutte  le opzioni, lecite e non, saranno messe in atto fino alle estreme conseguenze.

Lo impone l’irrefrenabile ed obbligatoria logica di dominio mondiale delle Multinazionali: mostruose macchine tipo “buchi neri” galattici o meglio “Organizzazioni Speciali” che hanno trovato ispirazione nella logica spietata e cannibalesca della  mitologia greca del Minotauro.

 

Unica nota di gossip concessa in questa vicenda è che l’ Amministratore Delegato di Alstom, Patrick Kron, figlio di Ebrei sopravvissuti all’ Olocausto, non è riuscito a nascondere una viscerale “idiosincrasia” nei confronti della tedesca Siemens che, secondo i bene informati, evocherebbe ancora antichi ed ossessivi fantasmi nazisti.

 

In ogni caso un fatto è certo: il Governo francese e l’ Eliseo (si intenda il Presidente della Repubblica) hanno recentemente stoppato il blitz della General Electric per consentire ai Tedeschi della Siemens di avanzare una controproposta adeguata e sparigliante.

 

La Francia non intende  essere colonizzata ”ipso facto” e dimostra ancora di tutelare gli interessi strategici Nazionali e di opporsi allo strapotere, all’ umiliazione ed alla violenza schiavistica della Multinazionale statunitense.

La posta in gioco è sempre la stessa e ben presente nella consapevolezza dei lavoratori francesi e dei sindacati.

Come la dinamica degli eventi: acquisizione dell’ Alstom, ristrutturazione obbligatoria e magari senza vere necessità effettive, smembramento delle attività, pesanti licenziamenti, delocalizzazione in tempi brevi con il risultato di realizzarne l’ azzeramento produttivo, con la conseguente desertificazione industriale. Questo è il copione che è sempre stato seguito e che sicuramente anche ora potrebbe essere riconfermato.

 

In pratica la logica cinica e spietata della Multinazionale è quella di “saltellare” in ogni luogo del mondo per realizzare il massimo del profitto che le circostanze possono offrire o che si possono impunemente strappare.

Se poi, per realizzare questo obiettivo, si deve creare la devastazione del contesto ambientale, sociale, economico ed istituzionale, questo è un fatto assolutamente irrilevante e non previsto dalla Filosofia e Deontologia (veramente molto strana!) delle Multinazionali stesse.

 

Questa recente vicenda deve far riflettere ulteriormente sulla natura perversa, cannibalesca, economicamente e socialmente destabilizzante delle Multinazionali.

Mostri paragonabili ad un tumore maligno che per crescere sempre, comunque e dovunque divorano il corpo sano dell’ospite in cui si insediano.

 

E’ ancora logicamente difendibile un sistema del genere? E proponibile alle nuove generazioni una prospettiva intrinsecamente così crudele e di disperazione, che inevitabilmente sarà il detonatore di potenziali ed ulteriori sconvolgimenti sociali?

Si ripropone l’eterno dilemma: l’ Economia è al servizio della collettività, dell’ umanità, oppure il contrario?

 

Il Pianeta Terra è al limite delle sua sostenibilità ed il suo equilibrio è già in forte sofferenza: l’accelerazione alla sua ulteriore compromissione deve ancora essere decisa dalle scelte unilaterali delle Multinazionali, oppure da Istituzioni che dovrebbero rappresentare gli interessi generali e superiori delle popolazioni del Pianeta stesso?

Si può condividere una Economia di mercato e liberale dal volto umano, ma diventa obbligatorio rifiutare questa quando precipita nella follia aberrante della voracità del profitto di accumulazione senza limiti, che a sua volta diventa un catalizzatore continuo di fagocitosi distruttiva di altre realtà economico produttive. Il quadretto idilliaco si potrebbe riassumere in un’ Anaconda gigante che sta ingoiando un Caimano temporaneamente distratto ... un carnaio immondo e ripugnante.

 

Tuttavia, per coloro che si dimostrassero più interessati a versioni fantasmagoriche ed alternative, potremmo sempre ipotizzare che le Multinazionali abbiano trovato autorevole ispirazione nella mitologia greca del Minotauro, terribile mostro caratterizzato dalla insaziabile vocazione violenta e cannibalesca.

Dante Alighieri nel XII ° canto dell’ Inferno della Divina Commedia, con Virgilio, incontra il Minotauro a cui è stato assegnato l’incarico di Guardiano del Cerchio dei Violenti, che tenta brutalmente di sbarragli la strada, divincolandosi come un toro feroce ed aggressivo.

Allegoricamente il Minotauro, posto a guardia dei Violenti, simboleggia la parte istintiva e bestiale della mente umana e delle ... sue disumane ed irrazionali intenzioni di prevaricazione verso i suoi simili.

 

Questo paragone è troppo azzardato e provocatorio, oppure la realtà delle Multinazionali è ancora peggio?

Si intravede un mitico Teseo che potrebbe interrompere questo ciclo della storia finanziaria schizofrenica, nefasta e purtroppo trionfante?


Al lettore l’arduo giudizio, ma si rifletta seriamente su questa incombente realtà, finchè si è ancora in tempo.

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Articolo pubblicato il 02/05/2014