Propaganda russa a scuola

Il Ministro dell'Educazione della Federazione Russa ha annunciato un ciclo di lezioni sulla crisi in Crimea. Con i timori, di tanti, che l'obbiettivo non sia l'informazione ma la formazione.

 

A seconda dei punti di vista la notizia può assumere connotati diversi. Se si volesse intenderla come nelle parole dei suoi promotori, apparirebbe certamente come un esempio virtuoso. Se invece si volesse analizzare il fatto dagli occhi dei suoi critici, l'iniziativa non potrebbe che apparire come antidemocratica e a tratti grottesca. Il fatto che tra i promotori vi sia il governo della Federazione Russa, spesso impegnato in magne opere di propaganda, finisce inevitabilmente per dare molto peso alla visione dei detrattori.

 

Nelle scuole russe sarà inserita tra gli argomenti didattici la situazione in Crimea. A dare la notizia è stato lo stesso Ministro dell'Educazione e della Scienza, Dmitry Livanov che, parlando al quotidiano Izvestia due settimane fa, ha annunciato che in tutte le scuole russe saranno tenute lezioni speciali sulla situazione in Crimea. Questo, ha spiegato, data l'importanza che “i piccoli cittadini russi siano a conoscenza degli eventi attuali”. Livanov ha inoltre osservato che “è molto importante che i i bambini ricevano informazioni veritiere da insegnanti adeguati”.

 

La notizia non è stata presa con favore dalla stampa russa indipendente e da quella internazionale. Diffusi sono i timori per cui questa operazione, invece che essere implementa ai fini informativi presentati dal ministro, sia l'ennesima operazione di propaganda per convincere i “piccoli cittadini russi” della giustezza e della bontà sia della causa dei filorussi di Crimea, sia dell'azione di forza portata avanti dal governo della madrepatria. Anche perché, come si è avuto occasione di sottolineare, marcata è la tendenza dei governi di Putin (prima) e Medvedev (ora) a condizionare - quando non dirigere - i mezzi di diffusione del sapere: tra questi, oltre i media, iniziano a figurare anche le scuole.

 

A questo proposito si devono citare alcuni casi, più o meno recenti, che hanno visto piovere accuse di vario genere sulla politica dell'informazione russa. Se ormai nella stampa della Federazione non esiste più alcun giornale, che vada in stampa nell'edizione cartacea, ad avere posizioni antigovernative, sono nate ulteriori polemiche nelle ultime settimane nell'ambito della televisione.

In particolare sotto la lente di ingrandimento è finito “Masha and the Bear”, un cartone animato prodotto in Russia molto seguito dal pubblico dei più piccoli, arrivato in Italia per un breve periodo a fine dicembre 2011 su Rai2. Dall'inizio della crisi bellica pare che il contenuto della serie animata sia andato sempre più a cercare metafore che potessero ritrarre in chiave propagandistica la situazione della Crimea, facendo gridare alla scandalo le voci dei “non allineati”.

 

 

Bernardo Basilici Menini

 

 

Si ringrazia Noremeldo Arandur per aver contribuito alla raccolta di informazioni necessarie per l'articolo

Many Thanks to Noremeldo Arandur to have contribuited to the collection of informations required for this item

 

 

Pic credits:  EU Delegation

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Articolo pubblicato il 28/04/2014