Le “Vos Grise an Libertà”, un gruppo di amanti del canto in allegria e in amicizia

Cantare insieme, come una volta, nelle osterie, durante il lavoro nei campi e le veglie nelle stalle: una passione nata in una piòla del Borgh dël Fum

Parliamo con Michele Ponte, appartenente alle “Vos Grise an Libertà”, un gruppo di persone amanti del canto che si riuniscono per il piacere di cantare insieme e che abbiamo conosciuto quando mettevano in scena una “Vijà piemontèisa” con poesie, canzoni e racconti della tradizione contadina, raccontate e cantate in piemontese.

 

Ci racconta il vostro percorso artistico e le altre cose che ritiene significative?

 

Le “Vos Grise an Libertà è un gruppo di amici nato, grazie ad un’idea di Gian Enrico Ferraris, a metà degli anni ’90, per il piacere di trovarsi, stare insieme e cantare in allegria e in amicizia.

 

Gian Enrico Ferraris, classe 1930, nato e cresciuto nel Borgh dël Fum, quando è andato in pensione ha imparato a suonare la chitarra per poter accompagnare nel canto gli amici. Ha incominciato a raccogliere svariate canzoni che hanno dato luogo al Canzoniere delle Vos Grise. Ha pubblicato Canzoni Recuperate (2002), Il Moschino (2003), ’L Borgh dël Fum (1999), Il borgo si racconta (2008).

 

Ci si incontrava una volta al mese in un piccolo caffè, che noi chiamavamo la nostra piòla, nel cuore del Borgh dël Fum. Incominciavamo a cantare già prima di cena e, dopo una marenda sinòira con acciughe al verde, tomini e frittata si andava avanti fino alle dieci di sera perché il gestore doveva chiudere (se fosse stato solo per noi avremmo continuato fino all’alba!).

 

Nell’anno 2001 è incominciata la nostra collaborazione con la Biblioteca Civica Geisser dove siamo andati a cantare canzoni popolari piemontesi, italiane e anche in altre lingue regionali.

In quella occasione è nato il nome “Vos Grise an Libertà: VOS GRISE per il colore dei nostri capelli; AN LIBERTÀ per affermare che non siamo proprio un coro, ma che cantiamo perché ci fa star bene.

 

In quella occasione è nata l’idea di far cantare la gente con noi. Il coinvolgimento dei presenti (non usiamo la parola “pubblico” che non ci piace) si attua distribuendo preventivamente i testi che saranno proposti durante l’incontro (altra parola che non amiamo è “spettacolo”).

Da allora talvolta qualcuno ci chiama per andare a cantare.

 

Qual è il vostro pubblico?

 

Siamo stati in diverse Biblioteche Civiche di Torino (Geisser, Pavese, Calvino, Ginzburg); nelle UNI3 di Mappano, Buttigliera Alta, Moncalieri, Torino; in numerosi Gruppi Anziani parrocchiali; Case di Riposo e svariate Associazioni.

La nostra partecipazione a questi inviti a cantare per la gente ma, soprattutto, con la gente è sempre gratuita; se poi alla fine c’è la possibilità di fare una marenda sinòira non ci tiriamo indietro e magari ne cantiamo ancora due.

 

Quale è il vostro repertorio?

 

Non abbiamo niente di particolare da esibire, se non il nostro piacere di cantare, la nostra allegria, la nostra amicizia e il desiderio di far cantare la gente con noi come si faceva una volta nelle osterie, nelle gite in montagna, nei campi mentre si lavorava, durante le veglie nelle stalle.

Nel 2004 si sono aggiunti alle Vos Grise due personaggi importanti: Mario Governato e Lorenzo Belletti.

 

Mario Governato, torinese, classe 1930, ha studiato il contrabbasso e la chitarra. Ha suonato in diverse sale da ballo di Torino (Lutrario, Gay, Nirvana, Serenella, Fortino, Hollywood). Colleziona monete, minerali, fossili, cartoline della vecchia Torino (su questo argomento ha pubblicato 5 libri) e spartiti di musica della canzone italiana dal 1800 al 1958.

 

Lorenzo Belletti, torinese, classe 1945, ha incominciato a cantare da bambino nel coro delle voci bianche della parrocchia di Madonna di Campagna. Suona la fisarmonica, il bombardino e il trombone a coulisse. Ha fatto parte della Banda órdin e fracass, poi del gruppo rock Gli Edoardiani (1970); è passato a suonare prima con La jazz Studio Orchestra (1974), e poi con la Big Band Siena Jazz; ha suonato in diversi quintetti (anni ‘90)  per poi fondare il Belletti quintet. Ma non gli è venuto meno l’interesse per le tradizioni popolari e per il canto corale. Ha dato origine al coro Monviso. È stato direttore del coro Rocciavré di Bruino, e oggi dirige i cori ANA di Piossasco e Meloditre dell’Uni3 di Buttigliera Alta.

 

È iniziata così una nuova stagione di studio e di preparazione; grazie a loro abbiamo approntato la Storia della Canzone Italiana dal 1800 al 1958 e La canzone nel Cinema Italiano dal 1933 al 1958. Lavori, questi, che poi sono stati rappresentati alle Biblioteche Geisser e Pavese.

 

Quale “piemontese” utilizzate?

 

In questi ultimi anni il nostro repertorio si è arricchito di canti della nostra tradizione piemontese: vecchie canzoni che qualcuno di noi ricordava, altre che abbiamo imparato dalle raccolte di Alfredo Nicola, del Nigra e del Sinigaglia.

Ai canti abbiamo aggiunto poesie e racconti di poeti piemontesi e abbiamo fatto rivivere e portato in giro, con grande soddisfazione nostra e della gente cha ha partecipato,  a quelle Vijà Piemontèise che avevano inventato i poeti della Companìa dij Brandé.

 

Cosa vuol dire in conclusione a chi non conosce la canzone in piemontese?

 

Adesso che la nostra piòla del Borgh dël Fum, ha chiuso i battenti, abbiamo trovato un altro posto che è la Cascina Roccafranca a Mirafiori per ritrovarsi a cantare perché ricordatevi bene che:

 

Le Vos Grise an Libertà

a canto ansema a la gent

përchè canté a fà bin al cheur

përchè canté a l’é già un boneur

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Articolo pubblicato il 26/04/2014