Ospedale Gradenigo: allarme dei dipendenti e del territorio

Il riconoscimento di Presidio Sanitario della Regione Piemonte avviene nel 1985

In questi ultimi mesi, da notizie di stampa e da quanto discusso in una serie di commissioni consigliari avvenute presso la Circoscrizione 7 e il Comune di Torino, è emersa l’intenzione di vendere a terzi l’Ospedale Gradenigo, con conseguente allarme dei dipendenti e del territorio per la possibile riduzione dei servizi e delle prestazioni. Tale intenzione è stata confermata nei giorni scorsi e, da notizie di stampa, siamo venuti a conoscenza dell’acquisto del presidio da parte della Humanitas.

 

Ripercorrendo in breve la storia dell’ospedale rileviamo una tradizione, nata dalla sua inaugurazione nel  1900, e sviluppata successivamente  dalle Suore Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli (ente senza fine di lucro), che nel 1926  ricevevano in lascito testamentario l’ospedale dal suo fondatore, il Prof Gradenigo.

Il riconoscimento di Presidio Sanitario della Regione Piemonte avviene nel 1985 sulla scorta di una legge regionale  che prevede la gestione in capo ad un ente che non deve prevedere fini di lucro.

Oggi l’ospedale, nella sua attuale configurazione, consta di  circa 200 posti letti, distribuiti fra i diversi reparti; inoltre il presidio è dotato di un Pronto Soccorso con letti per osservazione breve e terapia intensiva, con oltre 45.000 passaggi l’anno.

Il bacino si estende dalla collina alla città, raccogliendo utenza sia dai vicini quartieri di  Aurora, Vanchiglia, Vanchiglietta , Borgo Po e Rossini , sia proponendosi come naturale sbocco di servizi sanitari per il Centro Città.

I numeri confermano quanto i cittadini del territorio percepiscono e sperimentano ogni giorno: l’ospedale Gradenigo funziona e presta al territorio servizi essenziali.

 

E’ evidente che in questo momento esistano interessi diversi.

La precedente proprietà, evidentemente in difficoltà,  era interessata ad uscire dalla gestione dell’ospedale; gli acquirenti puntano probabilmente ad una gestione redditizia; i dipendenti dell’ospedale, medici e paramedici, puntano al mantenimento delle proprie prerogative professionali e alla salvaguardia dei livelli occupazionali; i residenti e i cittadini al mantenimento degli attuali servizi sul territorio.

Al momento nessuno conosce le intenzioni della nuova proprietà, ed è necessario un intervento normativo regionale per il mantenimento degli attuali servizi prestati dall’Ospedale.

In caso di chiusura del Pronto Soccorso o di riduzione di servizi da parte del Gradenigo,  la Regione Piemonte ha la certezza di trovarsi con il problema sostanziale di dover riequilibrare e spostare il servizio sui vicini presidi ospedalieri, già sufficientemente affollati.

 

La politica ha l’obbligo istituzionale di vigilare per intervenire in situazioni come quella descritta: deve porsi l’obiettivo di trovare il punto di equilibrio tra interessi diversi che non necessariamente sono contrastanti tra loro; deve adoperarsi per mantenere uno standard di servizi adeguato a quanto previsto dalla normativa vigente e, se insufficiente, deve trovare nuovi standard nell’ambito delle risorse disponibili.

In questo caso è evidente che le carenze di copertura derivanti da un’eventuale chiusura del Pronto Soccorso o da una riduzione dei servizi ospedalieri del Presidio comportano problemi di gran lunga superiori agli eventuali risparmi.

 

Bene ha fatto il circolo Pd Miriam Makeba della Circoscrizione 7 a costituire il Comitato per la salvaguardia e la tutela del presidio sanitario dell’ospedale Gradenigo, che si propone di:

1)      raccogliere informazioni sull’attività ospedaliera svolta dal Presidio

2)      portare a conoscenza del territorio gli elementi raccolti

3)      attivarsi per la ricerca delle eventuali migliori soluzioni possibili che consentano:

-          al territorio di non perdere i servizi oggi prestati dal presidio

-          ai dipendenti e alla struttura di mantenere gli attuali servizi e livelli occupazionali e di professionalità

-          alla Regione Piemonte di trovare soluzioni normative ed economiche per mantenere l’attuale standard di servizi sul territorio senza gravare su altri presidi con aumento dei disservizi e dei costi

 

Il Comitato sta raccogliendo le firme dei cittadini per dare rappresentatività e voce al territorio: dopo i tagli  già attuati dalla coalizione regionale uscente su altri presidi ospedalieri della città,  non c’ è più spazio, a nostro avviso, per  scelte che implichino l’eliminazione di prestazioni sanitare o lo spostamento delle  stesse su altre strutture che non sono in condizioni di recepire una ulteriore utenza della dimensione di  quella  servita dal Gradenigo.

 

Tutto può essere migliorato e riteniamo che sia un obbligo morale perseguire obiettivi di efficienza e risparmio nell’ambito della sanità pubblica; altra cosa però è ridurre i costi tagliando prestazioni e servizi: il progressivo invecchiamento della popolazione abbinato all’attuale crisi  - causa di stress e di patologie nuove -  richiedono un ripensamento delle strutture sanitarie, ma non la riduzione dei servizi attualmente prestati.

 

Come appare chiaro si tratta in sostanza di una scelta di natura politica: sarà opportuno che la politica se ne assuma la responsabilità nei confronti della cittadinanza…

 

                                                                                           Raffaele Gallo

 

                                                                                     Michele Paolo Pastore

 

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Articolo pubblicato il 20/04/2014