Buona Pasqua

Salute, serenità e amore sono alla base della rinascita

E' l'augurio più cordiale che mi sento di fare a chi oggi ha in mano il futuro della nazione, il futuro dei giovani e la tranquilla vecchiaia degli anziani.

Certo occorre una forte dose di ottimismo, ma questo aiuta a cercare nuove soluzioni che vanno contro corrente, che superano le barriere conservatrici di ostacolo alla crescita, che entrano in rotta di collisione con la visione egoistica del potere fine a se stesso.

Oggi troppe persone vivono lo scoramento che toglie la volontà di continuare; le "stranezze" dei governi hanno eliminato il ceto medio, l'unico vero ammortizzatore sociale a costo 0, creando, checchè se ne dica, una netta separazione fra le classi superstiti: i ricchi e i poveri.

I primi, intesi come citazione, sono coloro che avvertono lo stato di crisi solo degli altri mentre la classe meno abbiente si trova a vivere il dramma della sopravvivenza, della dignità cui non vuole giustamente rinunciare dopo anni di sacrifici e di rinunce.

Due mondi completamente diversi che non permettono una qualsiasi forma di confronto tale è la differenza nel modo di agire e di pensare.

Per cui, richiamandomi all'ottimismo cui ho fatto cenno, pur consapevole che maghi e fate ci sono solo nelle favole, desidero essere ed invitare anche voi, cari lettori, ad essere orgogliosi di voi stessi per dimostrare che i momenti peggiori forgiano il carattere e ridanno forza e determinazione.

Nascondersi non serve a nessuno anzi consente soltanto il peggioramento della situazione, grave ma non irrimediabile.

Ciò che auguro a tutti voi, in conclusione, è di ritrovare la serenità nelle scelte e di mettersi nuovamente in gioco per migliorare, con l'esempio, coloro i quali troppo spesso si ricordano della gente solo in determinate occasioni per poi sparire in quel nulla da cui sono apparsi quasi per incanto.

Vogliate gradire i miei più cari auguri di Buona Pasqua anche a nome della redazione.

                                                                                                        

                                                                                                      Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 19/04/2014