IL PATRIOTTISMO E’ L’ULTIMO RIFUGIO DELLE CANAGLIE

Considerazioni ed attualità di una frase celebre

Samuel Johnson, pronunciò questa frase il 7 aprile 1775, poi divenuta celebre, nei confronti di Edmund Burk, nel corso di una seduta del Parlamento Inglese, In un contesto temporalmente lontano,(fronte francese della prima guerra mondiale) Stanley Kubrick, nel 1957 adottò la medesima frase, nel film Orizzonti di Gloria, tratto dal romanzo di Humprey Cobb.

In altre circostanze, questa frase fu strumentalizzata, come critica al nazionalismo, tradendo di fatto, lo spirito e le intenzioni con le quali era stata pronunciata l’originale.

Il 2014 si è aperto con alcuni fermenti sul significato di Patria e a difesa dei diritti e dell’affermazioni dei popoli e delle etnie.

Gli Svizzeri, con la vittoria di un referendum, hanno voluto difendere le loro prerogative di cittadini, del loro Bene Comune, rispetto all’indiscriminato accesso degli stranieri nel Paese ed all’accaparramento dei posti di lavoro da parte di costoro, con pregiudizio per i cittadini svizzeri.

Nel corso de Elezioni Amministrative parziali che hanno interessato i Comuni Francesi, il Front National capeggiato da Marine Le Pen, ha ottenuto lusinghieri successi. Il programma della Le Pen si basa sulla difesa della sovranità della Francia ed a difesa del diritti dei cittadini Francesi, compromessi dell’eccessiva invadenza di extracomunitari, che, in particolari zone del Paese, stanno creando, di fatto, vere e proprie zone esclusive ed escludenti ove vigono,modalità, costumi ed abitudini di vita, antitetici a quelli dei francesi residenti. Si contesta inoltre l’ossequioso atteggiamento del Presidente Holland, verso le direttive Europee in materia economica, indicando l’Euro quale principale responsabile della crisi produttiva ed occupazionale in Francia.

A ruota e con rivendicazioni differenti, sorgono fermenti in Italia, causati dalla meridionalizzazione dello Stato, sempre più distante dalle esigenze dei cittadini ed oppressore per il peso di fisco e burocrazia. Nel Veneto, si è tenuto un Referendum ove, seppur senza i crismi dell’ufficialità, si è ribadita la volontà di esercitare fino in fondo l’autonomia dei nativi e dei residenti,minacciate dall’aumento dell’immigrazione e dalle leggi e direttive emanate dalla Repubblica Italiana, che, oltre ad essere lassiste nei confronti dell’immigrazione, provocano la delocalizzazioni di attività produttive verso nazioni confinanti. Così, sempre per restare in Italia, avvicinandoci alla consultazione elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo, si sta allargando lo schieramento di coloro che, seppur con sfumature diverse, non si riconoscono con gli impegni assunti dall’Italia nei confronti delle’Europa e denunciano l’Euro come l’inizio della crisi che da ormai qualche anno attanaglia la nostra economia e falcidia l’occupazione in particolar modo dei giovani. Così riaffiorano le istanze di autonoma/separatismo della Catalogna rispetto alla Spagna e della Scozia nei confronti della Gran Bretagna, sostenute dallo Scottish National Party, per il riconoscimento della “Scozia Stato”.

Forse a chiusura d’anno potremo annoverare il 2014, alla stregua del 1848, il 1943,il 1948 ed il 1968. Anni che contribuirono ad imprimere una svolta alla Storia ed alla politica in Europa.

Se questi concetti acquisiranno peso e consistenza, in Italia, ci sarà indubbiamente qualcuno che, sulla falsariga di un Capo della Stato fortunatamente non più in carica, ripristinerà l’obbligo della cantata dell’inno Nazionale o, non conoscendo a fondo la materia, ci tedierà in modo improprio sul concetto di Patria, determinando un ulteriore disagio dei cittadini nei confronti della centralità dello Stato.

Per sgombrare il campo da malintesi e partigianerie, mi pare essenziale, ripercorrere, in dottrina alcuni concetti basilari su Patria e Nazione.

Il concetto di Nazione ha una funzione secondaria nelle considerazioni degli studiosi che per primi fissarono gli attributi dello Stato moderno. Machiavelli, in particolare pone una nettissima distinzione fra l’organizzazione politica, lo Stato e la Provincia che, nel suo linguaggio è l’espressione più vicina al nostro concetto di Nazione.

Hobbes non fa menzione della nazionalità nella sua enumerazione degli elementi che costituiscono lo Stato. Riferendosi poi all’unione tra l’Inghilterra e la Scozia, sottolinea che non la comune nazionalità, ma la comune cittadinanza è l’elemento coesivo dello Stato.

Il concetto di Patria ha una lunga storia che risale agli albori della civiltà europea, erede della cultura classica. In primis Cicerone che nel De Officinis sostiene:” Cari sunt parentes, cari liberi, propinqui, familiares, sed omnes omnium caritates patria una completa est, pro qua quis bonus dubitet mortem appetire, si ei sit profuturus”?, (Cari sono i genitori, cari i figlioli, cari i parenti e gli amici, ma la Patria da sola comprende in sé tutti gli affetti di tutti. E quale buon cittadino esiterebbe ad affrontare la morte per lei se il suo sacrificio dovesse giovarle?) Non fu certo ignoto tale concetto, anche nel momento di maggiore frazionamento territoriale e mantenne, nei secoli una forte carica emotiva. Così Guicciardini “amo la Patria mia più dell’anima”. Concetti espressi anche da D’Aguessau e Vittorio  Alfieri. Non c’è in queste ed altre citazioni nessuna coincidenza fra i tre concetti Stato, Nazione e Patria. Lo Stato, per quanto grande e potente, non basta ad assicurare una Patria. La Patria non è la Nazione alla quale si appartiene per il fortuito caso di esservi nato.

Così Voltaire,  nel Dictionnaire Philosofique, sostiene che come la Nazione è il frutto delle circostanze, e lo Stato un’istituzione convenzionale, così la Patria è il risultato di una scelta:”tout homme est libre de se choisir une patrie”,mentre per Ernst Renan “la Nazione è un plebiscito che si rinnova ogni giorno”

Analizzando vicende storiche significative, ci poniamo alcuni interrogativi sull’unicità del concetto di Patria.

-A quale Patria intimamente s’ispiravano gli abitanti della penisola italica, al momento dell’avvenuta annessione Piemontese del 1861, approvata solamente dal 2,5% della popolazione?

-Gli autori del manifesto di Ventotene e della “Carta di Chivasso” e, in particolare gli aderenti al Movimento di Giustizia e Libertà, vagheggiavano, con proposte ponderate la rinascita dell’Italia attraverso la costituzione di una Repubblica Presidenziale, aperta formalmente verso l’Unità Europea, ed avversa alle barriere dei nazionalismi. Dopo aver testimoniato la coerenza con le proprie idee, patendo il confino di polizia, la deportazione e severe condanne, quale Patria si sono ritrovati?

Una Carta Costituzionale nata secondo la concezione dei giuspubblicisti tedeschi del XIX secolo che spianeranno la strada al nazismo, in combinato con l’idea che ne aveva lo staliniano Molotov:”Difendere lo Stato dalle minacce individuali”. Infatti la Costituzione sovietica del 1936, fu continuamente citata a riferimento dai Costituenti italiani che concepivano uno strumento di protezione dello Stato, come Istituzione piuttosto che del cittadino, il tutto infarcito di vuota retorica.

-Allargando il campo alle vicende internazionali, quali sentimenti provarono gli Slovacchi, all’indomani del Trattato di Versailles del 1919, che accorpava nella neonata Cecoslovacchia, accozzaglie di territori, privi di affinità, di tradizione e di storia comune?

-Per rimanere in vicende contemporanee, qual’é il clima che regna nelle Fiandre o nelle province francofone del Belgio, ove la compatibilità delle componenti etniche è sempre più stridente?

L’insegnamento di Voltaire ritengo debba costituire ancor oggi il messaggio e la regola di comportamento che, intimamente deve tenere, ognuno di noi quando pensa e profferisce la parola Patria, bandendo la retorica dietro la quale si nascondono coloro che, per interessi vogliono conservare i loro non sempre nobili privilegi.

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Articolo pubblicato il 31/03/2014