TORINO - IL TERMOVALORIZZATORE DEL GERBIDO

PROBLEMI REALI O POLEMICHE POLITICHE?

Negli ultimi mesi, abbiamo assistito al proliferare di notizie ridondanti in merito a problemi di funzionamento del termovalorizzatore, con conseguenti timori da parte della cittadinanza di inquinamento ambientale per sforamento dei parametri. 


 

Per capire se esista davvero una situazione di pericolo, la VI Commissione Consiliare del Comune di Torino ha chiesto l'audizione del Presidente TRM dr.Torresin in data 27 marzo. 


 

In Commissione, il consigliere Bertola, del M5S, ha comunicato che ci sono stati alcuni "incidenti" che hanno imposto diversi stop  alle lavorazioni, con sforamento dei parametri e parziale blocco dell'esercizio commerciale che dovrebbe invece funzionare a pieno regime. 


 

Il dr. Torresin si è dato disponibile a chiarire bene quale siano i problemi e la normativa di riferimento, dichiarando che quanto esposto dal consigliere Bertola conteneva diverse inesattezze. 


 

Infatti, la norma che presiede ai limiti e a tutte le condizioni di funzionamento, peraltro stabiliti dall'AIA, non fa distinzione tra esercizio provvisorio ed esercizio commerciale, inoltre i limiti previsti devono comunque essere rispettati dal gestore in entrambi gli esercizi.

Sempre la norma, prevede che, per situazioni di anomalie indipendenti dalla corretta gestione dell'impianto, si debba operare in base alle procedure previste da tutti gli enti di controllo interessati.


I fatti successi durante l'esercizio provvisorio, riferibili ad un parziale allagamento di un cunicolo e ad un fatto tecnico dovuto ad una rete metallica da materasso piegata che, sulla linea 3, ha impedito la chiusura di una valvola, alterando il livello di anidride carbonica: si è trattato di un caso indipendente dalla normale attività ed imprevedibile.

La fondatezza delle analisi dei valori sono garantite dall'ARPA e dalla Provincia, che sono in grado di risalire rapidamente alla causa e alla eliminazione delle anomalie possibili, non dovute ad errata o scorretta gestione.


Relativamente alle norme che riguardano il campo contrattuale, il TRM è committente della commessa, per cui è stabilito che in 12 mesi si deve completare l'esercizio provvisorio, che è a carico del costruttore; almeno 90 giorni prima della fine del suddetto periodo, l'impianto deve funzionare in continuo sino al termine. In caso contrario, non si può passare alla prova prestazionale che consente di avere il certificato finale provvisorio, per subentrare all'appaltatore nella gestione.


Oggi siamo in una situazione nella quale TRM può chiedere all'appaltatore di continuare nell'esercizio provvisorio, se riteniamo che l'impianto non dia ancora tutte le performances previste dal contratto.

TRM sta quindi valutando la possibilità di allungare l'esercizio provvisorio dal punto di vista dei vincoli emissivi e dei livelli dei parametri per essere assolutamente certo del funzionamento ottimale dell'intera struttura.

In questo caso, si tratta di un aspetto meramente contrattuale, riferito al fatto che il soggetto responsabile rimane il costruttore e non il committente.


Il contratto è comunque chiarissimo su un punto delicato e fondante: non possono mai essere superati i limiti delle emissioni fissati dalla legge o comunque  previsti dalle varie normative. In merito, le prove prestazionali, servono alla commissione collaudo per valutare che tutti i vincoli contrattuali in tema di prestazioni siano osservati, onde ottenere il Certificato Finale di Collaudo.


A questo punto risulta chiaro che sarebbe assurdo e controproducente interrompere oggi l'esercizio provvisorio.

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Articolo pubblicato il 28/03/2014