Quando è un dovere salvaguardare la Lingua Piemontese
La sopravvivenza attuale di una lingua e la possibilità di preservarla nel futuro sta nella possibilità che questa sia parlata, diffusa e che possa radicarsi nella produzione letteraria.
Tutte queste premesse sono indispensabili come il fatto che le stesse raggiungano una massa critica “autofertilizzante”.
Una scommessa decisamente difficile per la Lingua Piemontese, dove solo una coraggiosa ed ammirevole minoranza di volenterosi porta avanti, tra infinite difficoltà di ogni genere, questa sfida quasi impossibile. Persone decisamente ammirevoli.
Le profonde radici della Piemontesità si difendono innanzitutto con la tenace difesa della Lingua parlata e scritta, rinnovando e diffondendo la memoria e le opere degli studiosi, letterati, scrittori, poeti, ecc. che hanno nel tempo prodotto, rispettivamente nel proprio ambito, un loro specifico contributo nel colorare e caratterizzare l’identità della Gente del Piemonte.
Le occasioni per rivivere questi momenti non sono tante e quando si profilano, gli interessati non le dovrebbero perdere, anche se gli impegni della vita lavorativa ed il tempo sono implacabili tiranni.
Pertanto segnalo l’invito del Direttore del Centro Studi Piemontesi, rigorosamente in lingua piemontese, a partecipare all’iniziativa culturale riportata nella locandina. Sarà sicuramente una occasione per una gradevole immersione nella autentica Piemontesità.
Cari amis, ‘l 26 ‘d mars,a 5 ore dël dòp disné, an Palass Lascaris, as presenta un numer ëd “Notize”, con d’articoj sla lenga e la literatura piemontèisa, e ant l’ocasion as renderà omagi a nòst poeta Milo Bré, Camillo Brero. Venta ch’i-j sìo an tanti! Fè Giré l’anvit ch’iv buto si tacà. Venta rësponde al Consèj, n. 011/5757357; uff.stampa@cr.piemonte.it. Albina
Albina Malerba
direttore
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Articolo pubblicato il 21/03/2014