Club Napoli Vanchiglia Torino: una Mole d’Azzurro

Articolo di Lino Mergel


Nello storico quartiere Vanchiglia, alle spalle della Mole Antonelliana di Torino, Raffaele Donnarumma detto Lello, 53enne di Gragnano, è intento ad infornare gli ultimi panuozzi della giornata, nella pizzeria che gestisce da un paio d’anni con la compagna Ina. È una serata d’autunno e al bancone del locale in via Eusebio Bava 35, chiusi dentro per ripararsi dal freddo, ci sono gli amici del quartiere, Nando d’Apice, Salvatore Valerio, Salvatore Russo, Gian Luca Masiello e Marco Ceccanti, che propongono di vedere la partita del Napoli in pizzeria.  


 

Ma Lello, con la stessa passione che mette in cucina, allestisce dopo pochi giorni in un’altra sala un videoproiettore con un telo improvvisato. Così nasce il primo club Napoli di Torino affiliato all’Associazione Italiana Napoli Club. Dai primi passi alle riunioni, alle prime tessere, all’impegno dei soci per far conoscere la realtà che si stava formando a due passi da uno dei monumenti simbolo del capoluogo piemontese. 


 

La Mole, che compare anche nello stemma del club, stampato sullo striscione che i ragazzi e le ragazze hanno portato nel settore Ospiti dello stadio Olimpico, per la sfida col Toro e in occasione della prima uscita ufficiale. Intanto il club, dopo la missione all’ombra del Vesuvio, sta diventando sempre più un punto di riferimento e centro di aggregazione per chi vive il quartiere Vanchiglia.  


 

Nelle sfide di cartello la sala si riempie di un entusiasmo che abbraccia più generazioni, con scommesse a suon di sfogliatelle per l’eventuale gol di Insigne, e i dialetti della Campania e del Piemonte che si mescolano in un’atmosfera di festa, con la spensieratezza delle sagre di paese. È la storia di tanti napoletani “fuori sede” o nativi di Torino ma con sangue partenopeo, che si perpetua ogni domenica nel rito sacro della partita di pallone.  


 

 

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Articolo pubblicato il 17/03/2014