17 MARZO 2014 LA CRIMEA E’ INDIPENDENTE

LA SOLUZIONE DELLA CRISI SI ALLONTANA

Per la Russia, la Crimea è un’area fondamentale dal punto di vista strategico, anzitutto per la sua base navale di Sebastopoli, unica utilizzabile per le operazioni nel Mediterraneo e nell’Oceano Indiano, ma anche per tenere sotto controllo le turbolente regioni limitrofe come l’Ossezia e la Georgia. 

All’opposto, per l’Ucraina, l’indipendenza della Crimea crea un precedente molto pericoloso che potrebbe favorire diverse spinte separatiste nelle regioni orientali a maggioranza russofona. 


 

Il quadro è molto complesso anche dal punto di vista operativo e politico, perché i russi sono la larga maggioranza nelle grandi città ma non nelle varie province e nel movimento che ha guidato la protesta esistono diverse anime: filorusse, filoeuropeiste e nazionaliste. 


 

Peraltro, un punto a sfavore dell’Ucraina è lo stato delle sue finanze, con un enorme debito nei confronti della Russia che potrebbe così agevolmente metterla con le spalle al muro, anche bloccando le forniture energetiche o condizionandone il costo.


E’ evidente che Putin non può permettersi di perdere la Crimea perché a questo punto sarebbe una forte diminuzione della sua influenza in quelle regioni oltre a perdere la faccia dopo essersi impegnato così duramente; d’altro canto , gli USA e l’intero Occidente perderebbero quella poca credibilità che ancora hanno.


Per quanto poi attiene alle ritorsioni socio/politiche/economiche minacciate da entrambe le parti le conseguenze per la Russia sembrerebbero assai limitate , come per gli USA, mentre sarebbero decisamente più pesanti per l’Europa, stante la dipendenza energetica, seppur parziale, verso la Russia, ma anche per quei Paesi che hanno forti legami commerciali come ad esempio l’Italia.

In questo contesto, paradossalmente, gli USA potrebbero trovare dei benefici proprio relativamente al settore gas , stante le ultime scoperte in merito e diventare così i fornitori dell’Europa al posto di Mosca.


E’ indubbio che, a questo punto, trovare una via d’uscita diventa ogni giorno più difficile,  forse si potrebbe arrivare ad una “Conferenza di chiarificazione” sotto egida ONU, anche se permane sempre il veto di Mosca nel Consiglio di Sicurezza.

Possiamo solo sperare in un ammorbidimento delle pretese Russe e la timida apertura di Putin  di rendere disponibile il monitoraggio di osservatori dell’OCSE nella regione è un esile filo di speranza in quello che potrebbe diventare il dramma del 2014.

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Articolo pubblicato il 18/03/2014