Il dialogo prosegue con vena critica
5°: perché il sistema contributivo impedisce un maggiore sviluppo.
Essendo il sistema contributivo legato direttamente al lavoro e alla paga oraria, crea per chi ha bisogno di mano d’opera (anche saltuaria) molta burocrazia per mettere il prestatore d’opera in regola con i libretti al fine di versare i contributi ( SE PUR VIRTUALI) impastoiando così il mondo del lavoro; il datore di lavoro sovraccarico di burocrazia e dovendo perdere molto tempo per mettere in regola il lavoratore (anche per un solo giorno) decide di non richiedere la prestazione.
Sembra poca cosa, ma non lo è. Questa decisione, impedisce a un disoccupato il profitto di un giorno di lavoro, impedisce il prodotto di un giorno di lavoro e tante situazioni di un'ora, un giorno, tre giorni, dieci giorni o un mese di mancato lavoro (e di mancato prodotto).
Cifre che sommate contribuiscono alla decrescita del p. i. l. e all’incremento della recessione; non sarebbe forse piu’ produttivo se le imprese potessero richiedere le prestazioni d’opera senza essere soggette alle forme burocratiche dovute al versamento dei contributi vari per ottenere la pensione e le prestazioni i.n.p.s. che, come abbiamo letto nel capitolo precedente, vengono tutte scaricate dalle imprese nella voce costi.
Visto che tutti i proventi dei versamenti vengono scaricati sul prodotto,non sarebbe più opportuno tassare il prodotto con tassazione che potrebbe essere programmata di anno in anno, secondo il fabbisogno delle entrate, liberando così le imprese e lo stato da tutta questa opprimente e costosa burocrazia.
PROSEGUE
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Articolo pubblicato il 04/03/2014