LA LUNGA MANO CINESE SUL WEST ASIA

ALTA VELOCITA’ PER LA VIA DELLA SETA

Il West Asia è quella grande regione che viene normalmente indicata come Medio Oriente, una area di particolare valore strategico quale porta di transito tra l’Asia continentale e l’Europa e viceversa; l’area che ospita la via breve tra Mar Mediterraneo e Oceano Indiano garantita dal Canale di Suez e beneficiata logisticamente dalla presenza di oltre 30 porti di varie tipologie. 


 

Ma questa è anche una Regione dove, da sempre, maturano altissime tensioni tra popoli, razze, etnie, diverse tra loro ma anche al loro interno e si sviluppano interessi epocali legati in particolare alle materie prime, come il petrolio, che abbondano nell’area.  

Anche per la Cina il West Asia ha una grande importanza strategica, quale zona occidentale dell’intero continente asiatico che è parte della naturale espansione cinese. 


 

Già dalla fine del 2013 il Ministro degli Esteri cinese ha incontrato i leaders dei principali Paesi per rinsaldare i rapporti e consolidare i tasselli di un vasto disegno economico, posto in essere da tempo, con la regia e i contributi finanziari cinesi. 

Secondo un recente studio del Centro Ricerche Affari Internazionali di Herzliya, quello che distingue in particolare la proiezione cinese verso il West Asia, sono gli investimenti nelle infrastrutture, soprattutto porti e ferrovie ad alta velocità, per creare una via di trasporto alternativa, in grado di funzionare anche di fronte ad una gravissima crisi che dovesse bloccare il Canale di Suez o gli stretti d Hormuz.


Pechino ha deciso da tempo, di garantirsi il fabbisogno energetico con una grande rete di ferrovie ad alta capacità e alta velocità, con una strategia denominata “La Via della Seta” iniziata nel 2010 con l’accordo con Teheran per la costruzione della ferrovia da Pechino ad Istanbul che, attraversando tutta l’Asia centrale, in 2 giorni potrà collegare Pechino con Londra: una accelerazione epocale nei tempi di percorrenza dei traffici commerciali.

In linea con questo progetto sono le intense pressioni cinesi su Israele per la costruzione di una linea ad alta velocità di 350 Km. tra Eilat e Ashdod per collegare il Mar mediterraneo con il Mar Rosso attraverso il Negev.

All’inizio di febbraio 2014 Gerusalemme ha dato il via a questo progetto, denominato Red-Med con un costo stimato di 2,3 Mld diUS$  e termine nel 2017 che darà anche un forte impulso allo sviluppo economico dell’area.


Ulteriore conferma della politica ferroviaria israeliana è la recentissima consegna alla Ha Rakevet Israel ( Ferrovie Israeliane) di 29 locomotive diesel elettriche “Eurolight”,di cui 14 Euro 3000 per il servizio viaggiatori e 15 Euro 4000 per il servizio merci, di costruzione Vossloch.


Forte dei finanziamenti cinesi, Israele raggiunge anche l’obiettivo altamente strategico di tenere sempre aperta una via di comunicazione alternativa al Canale di Zuez e nel contempo, ottenere un grande potenziamento della sua attività di export sempre più indirizzata all’area asiatica.

Proprio recentemente è stata confermata la presenza di giacimenti petroliferi particolarmente importanti nell’area costiera di Israele e tali da garantire al Paese non solo l’autosufficienza energetica, ma di diventare esportatore netto di prodotti petroliferi verso l’Asia e verso l’Europa.


La nascita in corso di infrastrutture similari, in diversi Paesi dell’Area, porterà a migliorare in modo determinante la logistica e la sicurezza dei trasporti internazionali e intercontinentali con ricaduta di benefici anche per i Paesi europei.

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Articolo pubblicato il 28/02/2014