Una Torino un po' meno inquinata

L'inquinamento da polveri sottili diminuisce ogni anno e non solo grazie a un inverno un po' più piovoso

Da molti anni, il capoluogo piemontese vanta, purtroppo, il poco invidiabile record di una delle città più inquinate al mondo. Il fatto di essere circondata dalle montagne più alte d'Europa non ha significato avere aria più pulita che arriva delle vallate e dal fatto di essere una grande metropoli in leggera altitudine rispetto ad esempio a capoluoghi come Milano, Firenze e Bologna certamente più in basso.

In realtà, l'essere circondata da montagne ha significato per Torino sviluppare più inquinamento, poiché la circolazione d'aria è minore e quindi lo smog ristagna più facilmente.

Tuttavia, negli ultimi dieci anni, il capoluogo piemontese ha visto migliorare nettamente la propria situazione, tanto che il valore delle temibili Pm 10 è passato da circa 70 µg/m³ del 2003 a 40 µg/m³ del 2013 e tenendo conto che 40 è il valore massimo considerato accettabile per la salute umana, ecco che gli sforzi sostenuti in questi anni dalle amministrazioni comunali hanno sortito gli effetti sperati.

Grazie, infatti, a riduzione dei motori inquinanti più vecchi, progettazione di zone pedonali, presenza della ZTL, acquisto di mezzi di trasporto ecologici, realizzazione della metropolitana, incentivazione del car charing e del bike sharing, diffusione del teleriscaldamento, la lotta allo smog sembra aver avuto successo.

Il problema, ora, è legato alle Pm 2.5 responsabili di provocare i maggiori danni alla salute, con un valore annuale che supera i 25 µg/m³ considerati pericolosi per i cittadini.

La causa principale delle polveri sottili rimane il traffico, sebbene tra metano, gpl e nuove motorizzazioni, le emissioni siano diminuite rispetto a quelle provocate dai motori di cinque o dieci anni fa.

L'assessore all'ambiente Enzo Lavolta aveva cercato di limitare la circolazione delle auto Euro 3 a gasolio nel periodo invernale, blocco
che è stato poi eliminato dalla Sala Rossa.

In termini di ricerca di innovazione, per una città più vivibile, maggiormente attenta ai consumi e agli sprechi e soprattutto, come si usa dire adesso, più "smart", c'è in corso uno studio dell'Assessorato all'Ambiente per sostituire gli oltre centomila pali della luce disseminati sul territorio cittadino, che costano ciascuno 100 euro all'anno, in modo da sostituirli con i led sicuramente più economici.

Per una città post industriale come Torino, ogni sforzo compiuto nella direzione di consegnare ai cittadini un capoluogo più ecosostenibile è in linea con una metropoli che nella ricerca e nella cultura vede i propri orizzonti cui mirare per ambire ad essere una capitale europea.




Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 27/02/2014