Il furbo contadino e il diavolo

Meritato successo del musical elaborato da Anna Maria Gandolfo

Un contadino accoglie nella sua casa, durante una terribile temporale, tre pellegrini che, per ringraziarlo della sua ospitalità, gli danno la possibilità di concretizzare tre suoi desideri.

Poco dopo giunge il Diavolo per portarsi via il contadino, ma questi, con astuzia e grazie ai poteri che i pellegrini gli hanno elargito, riesce a prenderlo in giro e ad allontanarlo per ben tre volte.

Tutto questo avviene mentre sullo sfondo si scorgono vari momenti delle Guerre di indipendenza e la proclamazione dell’Unità d’Italia.

Questa è la trama di un famoso spettacolo di marionette torinesi, “Turin ch’a bogia”, con Gianduia come protagonista.

Sabato 22 febbraio, nel teatro ATC di corso Dante 14, dopo l’Assemblea Annuale dei Maestri del Lavoro del Consolato Provinciale  di Torino, è stato presentato il Musical inedito “Il furbo contadino e il diavolo”, libero adattamento di Anna Maria Gandolfo di una leggenda ottocentesca piemontese, che ricalca la trama di “Turin ch’a bogia”, senza la partecipazione di Gianduia.

Questi i personaggi (e gli interpreti) del Musical: il contadino Gondin (Gianemilio Galliano), sua moglie Menica (Paola Mancardi), la loro figlia Margritin (Gemma Sanfilippo), il loro figlio Giovannino (Riccardo Berruto), Rosetta, morosa di Giovannino (Daniela Cabrai), il diavolo Bergniff (Willy Fioredda), il 1° pellegrino (Alessandro Carenzi), il 2° pellegrino (Augusto Vicentin), il 3° pellegrino (Silvio Pivari).

Ha partecipato il Gruppo storico delle tradizioni popolari “La Bela Rosin e la soa gent”, che ha eseguito vari balli tradizionali piemontesi, curati da Paola Mancardi.

Molto significativa è stata la componente musicale dello spettacolo con la partecipazione  degli Artisti dell’”Ensemble Coro di Torino – Coro Arcal RAI” (Maestro del coro Riccardo Berruto) e i solisti dell’Ensemble Coro di Torino, Anna Maria Gandolfo (Mezzosoprano), Riccardo Berruto (Tenore), Alessandro Carenzi (Baritono) e Andrea Turchetto al pianoforte.

Sono state seguite numerose canzoni del periodo risorgimentale ed altre della tradizione popolare piemontese: fra queste “Addio mia bella addio”, “L’azzurra coccarda”, “Venezia”, “Jolicoeur”, “La bella Gigogin”, “Ciao Turin”…

La presentazione e la regia sono state curate da Anna Maria Gandolfo ed ha operato come tecnico del suono Alessandro Camillo, della ditta Powersound Musicservice di Damiano Severina.

I canti dell’”Ensemble Coro di Torino – Coro Arcal RAI” e dei suoi solisti, unitamente ai balli, eseguiti dal Gruppo storico delle tradizioni popolari “La Bela Rosin e la soa gent”, hanno conferito un valore aggiunto alla trama de “Il furbo contadino e il diavolo”, in quanto hanno consentito di superare la rigidità didascalica dello spettacolo marionettistico “Turin ch’a bogia”.

Lo spettacolo è apparso così assai gradevole e accattivante, quando dalla mera rievocazione verbale stereotipata dell’Unità italiana si è trasformato in una sorta di rappresentazione di piazza con canti e balli della tradizione piemontese.

Il pubblico lo ha molto gradito e apprezzato.

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Articolo pubblicato il 25/02/2014