GOVERNO RENZI

Ovvero il caleidoscopio nelle mani di un bambino

Abbiamo tralasciato di evidenziare i commenti dei giornali sulle biografie dei ministri. Non si è badato al folklore ed alle gaffes che hanno ravvivato la cerimonia del giuramento dei Ministri. Ieri però si è consumato il momento di eccellenza rappresentato dalla presentazione del Governo innanzi al Senato. Bandiamo ogni accostamento di stile con altri Governi che, a cose fatte, non si fan certo rimpiangere per statura o provvedimenti approvati.

Ci confrontiamo invece con il pressapochismo, la disinvoltura e la superficialità con la quale il Presidente del Consiglio ha abbordato i Senatori. Siamo in un momento epocale e drammatico. Si è consumata una crisi extraparlamentare degna di una dittatura sudamericana,mentre la disoccupazione, in particolar modo quella giovanile è preoccupante e le aziende boccheggiano. Il fatto più grave non è la forma. I ministri sono solamente comparse, anche se, nei loro brevi trascorsi politici, spicca con evidenza la disinvoltura con la quale hanno navigato tra le correnti del PD, planando ovviamente su quella vincente.

La tegola che ci sta cascando addosso è un programma privo di ancoraggi validi e riferimenti certi alla realtà italiana. Quale sarà la credibilità  di questo Governo all’estero, nei Paesi ove dovremo esportare i prodotti  delle nostra aziende e contrattare i prestiti? Forse tutto l’onere cadrà sul capo dell’antico redattore di Critica marxista che, dopo una carriera sostenuta dalla politica è considerato dalle corti di Berlino e Bruxelles e ricopre, nel Governo, il ruolo di maggior spessore.

Ieri c’è stato un antefatto sconcertante. Le affermazioni televisive dell’ex ministro per gli Affari Regionali, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,già noto per quell’accozzaglia di leggi che dovrebbero eliminare le Province, ma che  risultano privi di sbocchi certi per la continuità di azione sul territorio e presentano invece costi maggiori rispetto alla legislazione in essere.

Costui,con una leggerezza beffarda ha annunciato , tra i primi provvedimenti del Governo,un sensibile ritocco dell’aliquota fiscale sugli interessi dei Bot. Questo sprovveduto non conosce neppure il risultato dell’ultima asta dei Bot che prevede un rendimento netto dello 0,29%. Il tutto pronunciato con cinismo, facendo precisi riferimento ad una “vecchina” che ha trascorso la vita risparmiando. L’affermazione e soprattutto il pensiero, non è da imputarsi al nostro sottosegretario.

Va ricercato invece al miraggio che lui e Renzi rivolgono al pensiero ed al deleterio insegnamento di Giuseppe  Dossetti ed ai “professorini” che, sin dagli albori della Repubblica, liquidato De Gasperi,si sono resi responsabili dell’inizio del dilagare della spesa pubblica e della conseguente tassazione. Questa è la stella polare che ispira i nostri governanti , contro le speranze d’Italia. Non una parola puntuale dedicata alla legislazione farraginosa , alla burocrazia invadente e soffocante, ma l’approdo inevitabile a  tasse, tasse, tasse, punitive nei confronti di coloro  che hanno sempre lavorato e risparmiato essendo pervasi del senso del dovere.

Tra le chiacchiere dei giorni scorsi, si è fatto un indegno accostamento , almeno per il numero dei ministri al terzo governo De Gasperi. Nell’elenco presentato nei giorni scorsi,infatti non troviamo il conte Sforza, né tantomeno Giuseppe Pella, il Piemontese che ha salvato la lira. Gli unici accostamenti che invece auspichiamo si riferiscono alla  breve durata (quattro mesi) di quel Governo e la cacciata, ad opera di De Gasperi dei comunisti dallo stesso Governo.

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Articolo pubblicato il 25/02/2014