Daniele Valle, Vicesegretario del Partito Democratico della Provincia di Torino
La sede della Circoscrizione 3 in corso Peschiera

Le impressioni generali sul futuro nazionale e regionale del PD

Daniele Valle, 30 anni, è Presidente della III Circoscrizione a Torino e Vicesegretario del Partito Democratico della Provincia di Torino. Gli abbiamo chiesto di dirci la sua sulle primarie di domenica scorsa e sui prossimi appuntamenti politici a livello nazionale e regionale.

Domenica 16 febbraio si sono svolte le primarie per eleggere il Segretario regionale del Piemonte del PD. Scarsa affluenza e affermazione netta del candidato renziano Davide Gariglio. Come si spiega la scarsa affluenza e cosa ne pensi dei risultati?

"Se c’è un limite nel PD, è che a volte pecchiamo di eccesso di democrazia, in ossequio al nostro nome. Quest’anno abbiamo già svolto le primarie a dicembre per il segretario nazionale, abbiamo chiamato i nostri iscritti a votare per i congressi di circolo, i congressi provinciali e per le convenzioni, delle “pre-primarie”, del nazionale: abbiamo un po’ stressato la nostra struttura organizzativa. Inoltre le primarie aperte hanno bisogno di un forte volano mediatico per coinvolgere un numero elevato di persone, ma la scelta del segretario regionale di un partito non è un argomento che appassioni. Penso che la vittoria di Davide si inserisca nel solco della vittoria di Renzi, con cui si pone in evidente continuità. La nostra gente ci chiede facce nuove, persone capaci che si siano confrontate con l’amministrazione locale, un impegno forte per il rinnovamento e per il protagonismo del partito".

Pensa che le vicende nazionali, il benservito a Letta, abbiano avuto un peso sulla scarsa affluenza di domenica?

"Solo in misura ridotta. C’è stato sicuramente un po’ sconcerto, specie tra chi vede dall’inizio in Renzi un candidato vincente per il centrosinistra nelle urne. La scelta di Renzi è stata di grande coraggio e responsabilità assumendo con chiarezza su di sé tutto l’onere dell’azione di governo. Se farà bene, si presenterà alle elezioni forte della sua carica e dei suoi risultati, dopo anni di una politica immobile e incapace di riformare sé stessa e il Paese. Diversamente, la sua sconfitta sarà anche la sconfitta del Partito Democratico".

Cosa cambia dopo il faccia a faccia con Grillo?

"La differenza si fa più chiara. Renzi vuole cambiare le cose e ci prova in prima persona, provando a fare dei pezzi di strada con chi dimostra buona volontà. Grillo, al di là dei proclami, rifiuta il confronto perché, coma san tutti, chi non fa non sbaglia".

Elezioni regionali: saltano le primarie, subito al via con Chiamparino?

"Le primarie sono parte integrante del dna del Partito Democratico, ma non possono diventare la scusa per la ricerca di un inutile palcoscenico. Se tutte le forze politiche già concordano sul perimetro politico e programmatico dell’alleanza e sul profilo del candidato, diventano inutili".

La giunta Cota, illegittimamente eletta, le sta provando tutte per resistere, ora ha fatto pure ricorso in Cassazione. Più che di primarie, avremo bisogno di un solvente per colla per schiodarli da piazza Castello…

"Credo che la candidatura di Sergio Chiamparino e una lista del PD rinnovata e competente sarà l’unica speranza di cambiare verso al nostro amato Piemonte dopo questi anni di governo dannoso e inconcludente".

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Articolo pubblicato il 21/02/2014