"Sanremo 2014, i piemontesi potevano dare di più"

Maurizio Lorys Scandurra commenta le performances di Luciana Littizzetto, Perturbazione e Frankie-hi nrg mc

"Il Piemonte e Torino potevano dare di più sul palco del Teatro Ariston".

Lapidario il giudizio di Maurizio Lorys Scandurra, il noto giornalista e critico musicale, scrittore, autore e conduttore radiotelevisivo (al suo attivo svariati programmi per Raiuno e Raidue), in questi giorni in trasferta nella Città dei Fiori per capitanare un cast d'opinionisti d'eccezione composto da Antonio Lubrano, Monia Russo, il crooner Matteo Brancaleoni, Mariella Nava, Silvia Mezzanotte (voce dei Matia Bazar), Tullio De Piscopo, Andrea Mingardi, Monia Russo, il noto hair stylist dei famosi Toni Matta e l'Avvocato Patrizia Polliotto, Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell'Unione Nazionale Consumatori, impegnata a vigilare sull'osservanza del regolamento del Festival a tutela dei consumatori che seguono da casa l'evento mediatico-musicale dietro il piccolo schermo.

"Le performances musicali dei rappresentanti sanremesi nati ai piedi della Mole, quali i Perturbazione e il rapper Frankie-hi nrg mc lasciano molto a desiderare entrambe sotto il profilo della qualità delle canzoni: melodie sintetiche, testi scontati e colmi all'inverosimile di luoghi comuni, e voci per nulla all'altezza di interpretazioni intense",

dichiara Scandurra, collezionista di ventilatori d'epoca e parte del team Vortice Elettrosociali Spa, per la quale ha scritto il primo e unico testo al mondo sulla storia di questi oggetti.

"Lontani anni luce i tempi di grandi artisti piemontesi quali Valerio Liboni de I Nuovi Angeli, i Subsonica, Danilo Amerio, Gilda, Dino, Giorgio Faletti, Sergio "Moses" Moschetto, Ariel, Umberto Tozzi e le splendide canzoni scritte da quell'angelo indimenticato e irraggiungibile delle sette note italiane che è stato il paroliere e compositore Giancarlo Bigazzi. Tutti artisti che hanno lasciato un'impronta secca nel cemento della storia della musica italiana, un segno indelebile sul palco di Sanremo, nel cuore e nelle orecchie degli italiani di ieri, oggi e domani, perchè una bella canzone non ha tempo nè età. Resta per sempre",

aggiunge il noto giornalista musicale.

Per poi concludere:

"Peccato non poter dire lo stesso delle gag della Littizzetto, ca va sans dire! Per fortuna non sarà così: passeranno come l'acqua sotto i ponti, scontate come sono, per la Luciana piemonteisa che ha da sempre un occhio rivolto a un linguaggio televisivo più simile a quello comunemente classificato "da caserma", e non di certo a quello tipico, elegante e prezioso da madama dei salotti bene della Torino borghese, colta e raffinata.

 

                                                                    

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Articolo pubblicato il 19/02/2014