Class Action

Le riflessioni di Amilcare Cicotero

 

Signor Direttore,

non passa giorno senza che il Presidente Cota ed i suoi legali denuncino le incoerenze della sentenza del Tar ed affermino di possedere la vittoria in tasca in anticipo alla Sentenza del Consiglio di Stato, oppure che prevedano un iter processuale contorto che, di fatto posticipi la conclusione della vicenda processuale oltre la scadenza naturale della legislatura.

Contestualmente, sotto la scure del Tar, con altre sentenze vengono cassate importante decisioni dell’Amministrazione da lui presieduta in materia di Assistenza agli anziani ed ai disabili e dei trasporti regionali per studenti e pendolari.Tutti provvedimenti che incidono in modo rilevante sulla vita dei piemontesi.

Quali sono i commenti che si percepiscono nei discorsi che ogni giorno si ascoltano dal cittadino medio, cioè da colui che bada a comportamenti e decisioni eque e non si eleva nei voli pindarici dell’alta politica?

E’ innanzitutto lo sconcerto ed il desiderio di volgere alla normalità. Normalità rappresentata da buona amministrazioni fatta da scelte e comportamenti coerenti e non lesivi. Pesa l’aumento dell’Irpef regionale e delle tariffe del servizio pubblico, sproporzionate rispetto ,ad esempio, alla Lombardia, Regione da anni governata da Amministrazioni del Centro destra.

Forse all’origine di quello che oggi si chiama sconcerto e disagio per l’inazione della Giunta Regionale, trae origine dalla poca avvedutezza, da parte di Cota, nella scelta dei protagonisti collocati nei settori vitali.

Tutti ricordano la prima assessore alla Sanità con il suo codazzo di collaboratori e portaborse, poi dimessasi e protagonista in altre vicende giudiziarie.

Si ricorda l’imperizia dell’Assessore al Bilancio Quaglia, che non essendo addentro a leggi e procedure ha fatto perdere occasioni preziose alla nostra regione in materia di accredito di contributi nazionali ed europei.

Situazione, poi, in parte recuperata con la nomina di Pichetto Frattin.

Per non parlare dell’Assessore ai trasporti attualmente in carica, sempre evanescente e mai sostituita.

Oggi c’è la crisi, ma forse , maggiore umiltà ed avvedutezza nel governo della cosa pubblica, non avrebbero deteriorato la situazione come ai livelli attuali.

Dinanzi ai fatti concreti, le giuste aspirazioni ed il diritto di Cota di difendersi in ogni modo, lascino il passo al nocumento che i Piemontesi constatano ogni giorno e fanno invocare la fine di un’esperienza deludente e, per molti versi, dannosa.

Caro Presidente, si faccia da parte e, forse ci apparirebbe più umano e simpatico.

 

 

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Articolo pubblicato il 05/02/2014