“Il fascino della Storia vivente” in Piemonte e Valle d’Aosta

In due libri di Cristiana Bizzarri il mondo delle rievocazioni storiche

Parliamo con Cristiana Bizzarri Quadrino, autrice di due libri dedicati ai gruppi storici del Piemonte e della Valle d’Aosta e al mondo delle rievocazioni storiche.  

Vuole descriverci in breve questi suoi due libri? 


 

La mia è la storia di una passione improvvisa per una realtà poco conosciuta nei suoi valori profondi e ringrazio “Civico 20 News” per l’attenzione rivolta ad un argomento a cui, di solito, non viene attribuita la giusta importanza: la storia vivente, la “Living History”. 

Il primo volume, “Gruppi storici del Piemonte: il fascino della storia vivente”, curato graficamente dalla professoressa Carla Amoretti, è apparso nel 2011 ed il secondo, “Gruppi storici del Piemonte e della Valle d’Aosta. La cultura, l’impegno, la passione nel mondo straordinario delle rievocazioni storiche”, curato graficamente da Delia Gallarato, nel 2013.  

Sono editi entrambi da Roberto Chiaramonte Editore, del Centro Studi “Nuovo Millenio”, e sono stati subito diffusi da Amazon e citati da Google. 

Nei due volumi sono presenti più di sessanta Gruppi, più di mille fotografie per ciascun libro, più di duemila nomi di Rievocatori, i loro stemmi, i labari, le bandiere. Sono raffigurati piccoli Gruppi di dieci, dodici persone, altri che ne comprendono centinaia, come quelli cittadini di Avigliana, di Reano, di Castelnuovo Don Bosco, di Castellamonte, di Testona, di Moncalieri, di Verres e di Pavone, il “Pietro Micca della Città di Torino” e tanti altri, sostenuti da Associazioni con centinaia di iscritti, come La Bela Rosin ed il CRAL dei Beni Demaniali, o L’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno. Ho raccontato, inoltre, il periodo storico che i gruppi rappresentano, leggende e realtà, ho descritto i luoghi, i castelli, i centri storici, i musei. 

Nella seconda parte compaiono i personaggi, di ieri e di oggi, illustrati dalle loro foto, si delinea la filosofia e la storia del gruppo e mi sono sempre sorpresa delle diversità e delle risorse di ognuno. 

Nella prima pagina vi sono le loro manifestazioni, nell’ultima i nomi dei componenti. 

 


 

Qual’è il suo curriculum e come è giunta a interessarsi dei gruppi storici? 


 

Sono nata a Torino, ho studiato al Liceo Alfieri, mi sono laureata in Lettere Classiche, sempre a Torino, con Tesi in Filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente.  

Sono specializzata in psicologia ed ho insegnato molti anni, con numerosi trasferimenti nelle Scuole Medie, nel Liceo Scientifico e nell’Istituto Tecnico. Divenuta pubblicista, ho collaborato con la RAI servizi per l’estero e con numerose aziendali d’arte, turismo e cultura, a titolo informativo di volontariato. Ho amato e praticato vari sports e faccio parte dell’AVIS e della LIDA (Lega Italiana per i Diritti degli Animali) e… non ultimo sono mamma e nonna! 

Da pochi anni ho rivolto la mia attenzione alla “Living History”, alla storia vivente, che i Rievocatori ricreano nei luoghi più belli di ciascun paese o città. La mia attenzione è andata oltre l’apparenza dei costumi, talvolta splendidi, dell’animazione nei castelli, nelle ville, nei centri storici o nei parchi, oltre l’emozione delle battaglie, che commemorano i caduti e la sofferenza delle popolazioni, oltre i balli e le scenette divertenti. 


 

Con quale metodo ha raccolto i dati? 


 

Ho compreso che solo facendo parte di un gruppo storico avrei potuto scrivere, conoscerli, chiedere loro foto, filmati, aneddoti su questo strano volontariato che in altri Paesi è divenuto Scienza Universitaria e, come tale, è riconosciuto ed apprezzato.  

Partecipando alle sfilate, ai raduni, agli eventi storici ho potuto vedere come la folla degli spettatori sia spesso affascinata ed attratta da queste manifestazioni che coinvolgono centinaia di figuranti.  

Mi è piaciuto molto scrivere di ciascuno di loro, e li ringrazio. 

 

 

Come vede lo “stato di salute” dei gruppi storici piemontesi? 


 

La Provincia di Torino, unica in Italia, possiede un Albo che comprende più di cento Gruppi di Rievocatori che interpretano epoche che da quella Celtica, Romana e Medioevale, attraverso il periodo barocco seicentesco e settecentesco giungono all’epoca risorgimentale ed all’Unità d’Italia fino alla prima e seconda Guerra Mondiale, rappresentando, quindi, più di venti secoli di storia del nostro Territorio.

Fra loro vi sono gruppi archeologici e militari di cui alcuni si dedicano all’artigianato antico, altri al costume, interpretando musiche, danze e teatro. Né mancano quelli a carattere religioso che organizzano Presepi Viventi e Vie Crucis di forte impatto emotivo.

Esistono anche abili Gruppi di spadaccini e di arcieri, figure di cannonieri e fucilieri, magnifici tamburini e sbandieratori, nobili e popolani, lebbrosi e monaci, figure di artigiani che non esistono più, armaioli e lavandaie, cercatori d’oro e vasai, contadini e pescatori. La descrizione sarebbe lunghissima, come l’impegno e la dedizione che distinguono questi volontari che si trasformano, recitano, interpretano aspetti di un’umanità scomparsa, che non possiamo dimenticare.

Solo facendone parte si comprende davvero ciò che li spinge a sfilare per ore, ad affrontare il caldo ed il gelo con abiti troppo pesanti o troppo leggeri, che li costringe a caricare, all’alba, camion e furgoni carichi di masserizie, ad affrontare viaggi estenuanti in Paesi stranieri con cui organizzano commoventi gemellaggi. C’è chi sa cucire o tessere, forgiare armi ed armature, creare utensili, macchinari e stoviglie di legno o di coccio.

Solo facendone parte si comprende con quale dedizione studiano fatti e vicende del nostro passato, ricordano le gioie ed i dolori vissuti da chi ci ha preceduto.


Cosa vuole dire in conclusione a chi non conosce questa realtà del volontariato?


In primo luogo mi sorprende che le istituzioni, salvo rare eccezioni, non attribuiscano la giusta importanza a questo fenomeno in costante crescita, di numero e qualità, e non ne colgano le valenze turistiche, economiche e culturali che attraggono spettatori di tutte le età .

L’aggregazione dei Gruppi Storici riveste una grande importanza anche per chi vi fa parte per cui persone spesso sole, con scarsi interessi trovano, in realtà come queste, compagnia, suggestione e forti motivazioni collettive che aiutano davvero.

Spesso, inoltre, i Rievocatori sono volontari in altre strutture, comunicano facilmente con gli Alpini, la Protezione Civile, la Forestale, le Corali, le Scuole di danza, gli apparati militari e molto altro.

Costituiscono una ricchezza per il nostro Paese che deve essere incoraggiata. Si finanziano da soli, intervengono spesso a titolo gratuito negli ospizi, nelle carceri, come nelle feste religiose e civili, accolgono chiunque si appassioni al loro impegno e ne voglia far parte, seguendo regole corrette e condivise.


Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/01/2014