Rifiuti e degrado in Borgo Dora

I bivaccatori della notte si appropriano del negozio di antichità

Bottiglie di birra, lattine, cartocci di vino, fazzoletti… No, non è l’elenco della raccolta differenziata, è quello che Luciano Quaglia deve spostare per entrare nel suo negozio. Innumerevoli rifiuti infatti vengono gettati di notte nell’interstizio tra la saracinesca e la vetrina del negozio di antichità in via Borgo Dora angolo via Andreis. L’attività ha chiuso i battenti un anno fa e da allora i frequentatori della notte utilizzano la vetrina come discarica per i loro rifiuti. La cosa assurda è che dall’altra parte del marciapiede, a circa due metri di distanza, ci sono due bidoni per l’indifferenziato e tre per la raccolta differenziata. Evidentemente gli “utenti” hanno la necessità di ostentare il loro livello di inciviltà.

Il signor Quaglia è rassegnato, ma la speranza e la combattività gli illuminano gli occhi quando gli propongo di scrivere un articolo e quando Massimo Calleri, consigliere di circoscrizione per il Movimento No Euro, gli promette di occuparsene tramite il suo incarico istituzionale. Qualcuno si preoccupa della sua attività minacciata da questi ospiti indesiderati e tanto gli basta.

Il proprietario sta cercando di vendere il locale, ma ovviamente questo bivacco improvvisato non facilita la cessione. Nonostante il negozio sia di recente ristrutturazione, il degrado e la sporcizia che subisce non solo l’attività ma tutta l’area che si estende da Porta Palazzo al Sermig e dal Balon al Lungo Dora fungono da deterrente per ogni eventuale acquirente.

Il consigliere e le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma in una zona dove il calare del sole determina la fine del controllo da parte delle istituzioni e l’inizio delle ore della paura c’è poco da fare. In uno dei quartieri più multietnici di Torino regna una difficoltà notevole per quanto riguarda la volontà di integrarsi e di accettare basilari regole di civile convivenza da parte di alcune persone, e i cittadini ne risentono.

Il signor Quaglia adesso aspetta con fiducia la risposta della Circoscrizione e l’intervento delle forze dell’ordine, ma quello che ci vorrebbe è un serio piano di riqualificazione dell’area e soprattutto di controllo capillare da parte degli alpini che svolgono già un lavoro egregio pattugliando le vie adiacenti.

 

                                                                                              Carlo Emanuele Morando

 

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Articolo pubblicato il 29/01/2014