Il Drapò ritornerà a sventolare sul balcone di Palazzo Madama
Palazzo Madama

Ci sono voluti tanti anni di battaglia di interpellanze e di interrogazioni

Nell’Agosto del 2012 un violento nubifragio ruppe il pennone di Palazzo Madama su cui era issata la bandiera del Piemonte.

Da allora, per quasi due anni, i consiglieri della Lega Nord in Comune Ricca e Carbonero si sono fatti interpreti di un diffuso desiderio dei torinesi di rivedere tale bandiera sventolare al balcone del Palazzo ora, con soddisfazione, apprendiamo che il giorno sta per arrivare!...Si spera a marzo.

Quello che ci dispiace però è l’ironia con cui certa stampa ne ha dato notizia.

Il tempo e le energie profuse dai detti consiglieri nel giungere a questa sofferta decisione vengono considerate esagerate e perciò sprecate.

Nel nostro piccolo proviamo a rispondere ribaltando queste argomentazioni.

Lo stupore nostro, infatti, nasce dal perché ci sono voluti tanti anni di battaglia di interpellanze e di interrogazioni per una decisione così ovvia e semplice che si sarebbe dovuta e potuta prendere subito senza costringere dei consiglieri a “sprecare” le loro energie per raggiungerla.

Quasi due anni per ripristinare un pennone!

Un pennone che apprendiamo verrà a costare 8mila euro. Una cifra, a dir poco, spropositata visto che, oltre tutto, sempre dalla lettura dell’articolo, veniamo messi al corrente dell’iniziativa di alcuni artigiani mobilitati da Gioventura Piemontèisa, disposti ad aggiustarlo gratis. Perché non accettare questo aiuto per ridurre i costi ed invece sbandierare una cifra così elevata quasi per far notare come la realizzazione del desiderio di “pochi” pesi sul bilancio di molti?

Forse tutto questo sottintende una certa mentalità perbenista. Ma una mentalità che deride e considera esagerati gli sforzi per salvaguardare un attaccamento ad un legittimo sentimento di appartenenza non va sottovalutata perché è pericolosa.

Venga pure una società multietnica, ma per raggiungere una sana società dove le etnie possano vivere serenamente, in pace con un proficuo scambio del meglio delle diverse culture bisogna che ognuno non rinneghi le proprie origini ma le mantenga ben salde con amore e rispetto, così amerà e rispetterà anche quelle degli altri.

E allora il “Drapò” non sventolerà invano.

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 28/01/2014