MOSTRA ORIGAMI A PALAZZO BAROLO. L’ INCONTRO DI DUE MERAVIGLIE

Chissà perché una mostra di Origami a Torino…forse lo “Spirito di carta “ è nato qui ? Già, perché la nostra città non finisce mai di stupirci e ci presenta ogni volta una storia nuova.

La Storia inizia 35 anni fa, nel 1978, grazie al maestro di Jutaijutsu Cesare Turtoro che cominciò a insegnare e divulgare la disciplina e nel 1981, con alcuni allievi, entrò a far parte di un progetto sociale di Torino, rivolto ai giovani detenuti del Ferrante Aporti.

 

Attraverso lo studio delle discipline orientali, con la comprensione del valore della coerenza e del rispetto delle regole e la consapevolezza della propria forza interiore, i risultati ottenuti con i ragazzi dell’Istituto furono notevoli e sorprendenti.

Ma veniamo alla mostra e alla sua location.

Il palazzo Falletti di Barolo fu costruito da Gian Francesco Baroncelli alla fine del 600 e si trova al civico 7 di Via delle orfane nel pieno centro storico di Torino. Si distingue dai precedenti palazzi del 600 in quanto presenta lo scalone al centro del fabbricato anziché lateralmente e per avere ospitato a lungo Silvio Pellico.

 

Il recente restauro delle cantine ha creato un’area espositiva di particolare suggestione per la meravigliosa struttura architettonica delle stesse in grado di attirare immediatamente l’attenzione del visitatore.

In questi ambienti si sviluppa in un crescendo emozionale l’esposizione di Origami così incredibili come composizione da lasciare un profano senza parole.

 

Ma cosa sono gli Origami, da dove provengono, qual è la loro funzione ?

L’etimologia della parola deriva dalla traduzione giapponese “ piegare carta.

L’origine si fa risalire al I secolo dopo Cristo con l’invenzione della carta in Cina, un innovativo materiale che poteva essere piegato agevolmente anche più volte.

La loro funzione, inizialmente fu quella di riprodurre figure simboliche in contesti rituali da parte dei monaci buddisti in Giappone nel VII secolo; successivamente divenne la rappresentazione dei mondi nelle loro forme naturali e tangibili come anche nelle proiezioni astratte quale esercizio di riproduzione in miniatura del cosmo.

 

Per la curatrice della mostra Daniela Crivella, oggi, l’artista origami può essere un dilettante un esperto o un professionista, tuttavia la sensazione vivida di star instaurando un processo personale che va oltre la valenza estetica del risultato finale è ugualmente percepita. Nel piegare la carta ci si confronta con un sé delicato, fragile, imperfetto eppur perfettibile.

 

Così la scelta dei pezzi in mostra, oltre 300, è stata volutamente varia e curata per restituire tutti questi significati e magnifiche suggestioni.

Una mostra concepita per espandersi e uscire dai luoghi deputati declinandosi nella “sezione off-origami e la città” con AGORA’, la scultura dell’artista Alessandro Sciaraffa realizzata piegando un enorme foglio di carta d’alluminio , con l’aiuto di centinaia di studenti, fino a raggiungere la forma di un grande cubo ora presente in Piazza San Carlo.

 

Degno di nota l’aver invitato i ragazzi dei licei artistici torinesi a partecipare ad un concorso creativo per realizzare opere che si ispirino alla cultura degli origami che ora sono esposte in mostra insieme alle opere dei maggiori artisti in materia.

Sono incalcolabili le citazioni di origami in letteratura, cinema, musica, teatro, moda design e architettura.

In conclusione una mostra da non perdere per adulti e bambini.

Avete tempo fino al 16 febbraio !

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/01/2014