Regione Piemonte - Richieste le dimissioni del Direttore del 118
Foto di repertorio

Le richiede Massimilaino Motta, consigliere FDI e componente della IV Commissione (Sanità)

 

  “Il direttore del 118, dottor Bono, dopo le imbarazzanti dichiarazioni lasciate agli organi di stampa da cui emerge che, a dir suo, l’elemento principe della tragedia e dell’odissea occorsa alla donna partoriente a Domodossola, è il fatto che in tutta la vicenda ha inciso più ‘parecchia sfortuna’, e, non ancor soddisfatto, dichiara che si farà ‘tesoro di quello che è successo perché ci sono margini di miglioramento’, confermo che parecchi in maggioranza, a partire dal sottoscritto, ribadiscono da anni, anche  durante la discussione nell’ottobre ultimo scorso in Consiglio, che la riorganizzazione del sistema dell’emergenza così come organizzata, non funziona.”

Lo afferma il Consigliere regionale Massimiliano Motta, relatore di maggioranza dell’allora Piano Socio-Sanitario e componente in commissione Sanità per il gruppo Fratelli d’Italia.

Un autosospensione da parte del dottor Bono sarebbe doverosa anche a seguito della riunione odierna della IV commissione sanità, dove a dirla tutta, sono state evidenziate dei comportamenti non proprio consoni ad un’emergenza come quella che era in atto.

"Per una volta - insiste Motta -  i vertici prendano coscienza che, se qualcosa sotto di loro non ha funzionato, se si ammette che i protocolli fra ASL, 118 e DEA sono perfettibili e se nessuno ha pensato, al di fuori del protocollo esistente, di contattare la stazione della base di Borgosesia da dove l’elisoccorso avrebbe dovuto alzarsi in volo, anche se la comunicazione mattutina della base elisoccorso dichiarava che era “chiusa” nonostante le condizioni meteo non risultassero così problematiche, di farsi da parte!"

"Da sempre – spiega Motta – ho considerato fondamentale che il sistema di emergenza debba essere progettato in termini globali, intendo quindi che le funzioni ospedaliere e quelle territoriali facciano entrambe parte di una organizzazione unica e di reciproca interconnessione operativa. In senso figurato, diciamo che pronto soccorso e ambulanze siano due strumenti diversi che devono lavorare integrati per migliorare al massimo l'approccio sanitario alla popolazione che si trova in condizioni cliniche di emergenza."

"Infatti –conclude Motta - pur non discutendo l’impianto della DGR che nel dicembre del 2012 si poneva come obiettivo omogeneità organizzativa, equilibrio economico e omogeneità delle prestazioni e, stante l’attuale situazione della riorganizzazione del servizio di emergenza, avevo presentato il 15 ottobre 2013 una mozione in Consiglio regionale al fine di apportare migliorie a questo processo di riorganizzazione per conseguire un servizio più efficiente che metta a sistema emergenza territoriale e ospedaliera."

Questa mozione prevedeva la costituzione presso la Direzione Sanità di una nuova struttura dedicata all’organizzazione del numero unico dell’emergenza (così come avviene da tempo all’estero), l’istituzione di un coordinamento fra 118 e sistema di emergenza urgenza /ospedaliera (Dea-Eps) rafforzando il sistema nel suo complesso e la tutela del personale interno attraverso l’accordo sottoscritto fra Assessorato e parti sociali per favorire la migrazione nella nuova riorganizzazione aziendale e territoriale.

Tutto ciò per preservare la reale missione del servizio di emergenza portando maggiore efficacia ed efficienza operativa attraverso una più stretta collaborazione con i territori, la gestione diretta del sistema emergenza dalle Aziende sanitarie e potenziando al contempo le funzioni dei medici di emergenza in loco, potenziando il trasporto secondario in situazioni come quella del centro nascite di Domodossola di prossima chiusura. Una proposta che forse avrebbe sopperito alle mancanze in questa tragica storia di Sabina.

 

 

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Articolo pubblicato il 09/01/2014