Un inizio anno difficile, flessione di produzione e ordinativi, male anche l’export
Foto di repertorio

Sono questi i risultati dell’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2014, per le imprese torinesi

 Anche il nuovo anno non si aprirà sotto auspici favorevoli, le valutazioni emerse dalla consueta indagine previsiva di dicembre, riferita al primo trimestre 2014, non lasciano speranze su una imminente inversione del ciclo recessivo.

Nel comparto manifatturiero, la maggioranza delle imprese si attende anche per i prossimi mesi una flessione di produzione e ordinativi. Nel complesso gli indicatori peggiorano lievemente rispetto ai mesi scorsi, smentendo i timidi segnali di recupero che si intravedevano nei trimestri precedenti.

Significativo è soprattutto l’arretramento del saldo ottimisti-pessimisti riferito all’export, che dopo quattro trimestri positivi assume segno negativo. Rimangono elevate le previsioni di ricorso alla CIG, mentre il tasso di utilizzo degli impianti resta. Stabili anche gli investimenti, su livelli sensibilmente al di sotto della media storica.

Continua a peggiorare la redditività e non si accorciano i tempi di pagamento. Una analisi più puntuale dei dati evidenzia come il peggioramento dei dati complessivi sia attribuibile ad alcuni comparti produttivi non metalmeccanici: gomma-plastica e tutti i comparti legati all’edilizia (legno, laterizi, impiantisti ). Al contrario, nel settore metalmeccanico gli indicatori migliorano di qualche punto; le previsioni sui livelli produttivi si avvicinano al punto di equilibrio.

Particolarmente significativo è il prevalere di valutazioni cautamente favorevoli espresse nel comparto della meccanica strumentale, tradizionalmente molto legato alla domanda estera. Dal comparto dei servizi provengono indicazioni meno sfavorevoli. La caduta dei livelli di attività sembra essersi arrestata, con indicatori intorno al punto di equilibrio tra attese di aumento e di riduzione. D’altra parte, le imprese escludono un ritorno a una situazione di mercato espansiva.

Rispetto al trimestre precedente non vi sono significative variazioni nel valore dei principali indicatori. Netta è la divaricazione tra imprese ICT (moderatamente ottimiste) e altri comparti, che non si attendono un miglioramento del mercato.

Il 55% delle aziende segnala ritardi negli incassi, non si riducono i tempi di pagamento, come già riferito. In dettaglio oggi sono mediamente pari a 101 giorni e salgono a 161 giorni per le transazioni con gli enti pubblici, che riguardano peraltro una percentuale modesta di aziende. Oltre un terzo delle aziende ipotizza di ricorrere alla CIG nei primi mesi del 2014, in lieve aumento rispetto alla fine del 2013.

Non si arresta il trend di peggioramento della redditività: il saldo è infatti pari a -19,7 punti. Nella filiera automotive le attese non sono negative, come già nel trimestre precedente, anche se va osservato come nelle precedenti rilevazioni questo comparto abbia registrato forti flessioni dei volumi produttivi. Negative le aspettative della gomma  plastica e soprattutto dell’edilizia, decisamente il settore più toccato dalla crisi economica. Va rilevato come le attese siano peggiorate anche per le aziende esportatrici, che nei mesi scorsi erano decisamente più ottimiste. Anche nei comparti dei servizi alla persona, immobiliare e finanza, turistico-alberghiero prevalgono attese negative.

 

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Articolo pubblicato il 27/12/2013